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Carratelli: “Sarà lo scudetto di De Laurentiis. Emozione diversa da quello con Diego”

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Le parole di Mimmo Carratelli

Sara Ghezzi

Nel corso della trasmissione 'Radio Goal' in onda su Radio Kiss Kiss Napoli è intervenuto Mimmo Carratelli. Il giornalista ha parlato dello scudetto a cui il Napoli di De Laurentiis si sta avvicinando sottolineando le emozioni diverse che suscitò quello vinto nell'87 con Maradona.  A seguire quanto evidenziato da CalcioNapoli1926.it.

Carratelli: "Sarà lo scudetto di De Laurentiis. Emozione diversa da quello di Diego"

De Laurentiis
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"Oggi c’è una città più tranquilla rispetto a quella dei primi scudetti. Quella era una città arrabbiata, vogliosa di vincere, arrivò il divino Diego che aprì la rivoluzione. Oggi mi aspetto una festa tranquilla dei tempi moderni, anche perché è cambiata anche la tifoserie. Noi arrivavamo da retrocessioni, fallimenti, bilanci disastrosi, invece questa nuova generazione ha avuto De Laurentiis".

Sul possibile 3 scudetto

"Io penso che questo sia lo scudetto di De Laurentiis. Nell’87 era la Napoli di Troisi, Pino Daniele, De Crescenzo, di Maradona, questo è uno scudetto quasi nordico con tecnica, talenti e organizzazione".

Sull'arrivo di Maradona

"L’arrivo di Maradona aprì la speranza dei tifosi di iniziare a vincere, poi il Napoli azzeccò il ribelle giusto".

Sullo scudetto dell'87

"Lo scudetto dell’87 è stato lo scudetto di Diego e del popolo napoletano, ora non c’è più quel popolo. Nei vicoli non c’è più quella stessa aria. Per questo dico che è lo scudetto di De Laurentiis che ha avviato un’internalizzazione partita con Benitez, passata per il bel gioco di Sarri, fino a Spalletti che sta chiudendo il cerchio".

Sulla differenza con la possibile vittoria di quest'anno

"Nell’87 c’erano tanti elementi che portavano una città a vivere qualcosa che non si è mai visto, nascevano bambini che si chiamavano Diego. Anche il secondo scudetto non ebbe lo stesso riscontro. Questo è uno scudetto amministrativo e tecnico che non fa neanche parte della città. Quel Napoli era immerso nella città, viveva nella città. Quel Napoli si allenava a Soccavo, i giocatori vivevano immersi nella città, ora si allenano a Castel Volturno, e forse è anche questo il segreto isolarsi da tanti fattori anche non benevoli. Non ci sarà la stessa emozione secondo me".