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Chiaro ed evidente errore

(Photo by Getty Images)

Premessa: se non era da calcio di rigore il fallo in area di Kjaer su Llorente, al San Paolo abbiamo assistito a una partita di rugby. La polemica inevitabile Il gran peccato, tuttavia, è che le inevitabili polemiche e conseguenze di una...

Sabrina Uccello

Premessa: se non era da calcio di rigore il fallo in area di Kjaer su Llorente, al San Paolo abbiamo assistito a una partita di rugby.

La polemica inevitabile

Il gran peccato, tuttavia, è che le inevitabili polemiche e conseguenze di una decisione discutibile, abbiano inevitabilmente sviato il commento lontano da quella che era stata fino al momento X una partita di calcio piuttosto piacevole, in parte equilibrata. L'espressione massima di due delle migliori squadre del campionato di Serie A. Eppure, ragione o non ragione abbia l'arbitro Giacomelli, inevitabile pensare a quanto il nervosismo e la rabbia abbiano inciso sul risultato finale. Probabilmente sarebbe stato ancora un pareggio o forse una delle due squadre avrebbe portato a casa il bottino pieno, che valeva l'affermazione del terzo posto o l'affiancamento.

Così, alla decima giornata dell'edizione corrente del massimo campionato di calcio italiano, torna la polemica. Ci era mancata? Mai abbastanza da voler ripetere l'esperienza. Probabilmente sarà questo l'episodio che ci si trascinerà dietro fino al prossimo maggio, quando si ribadiranno circostanze simili o quando il Napoli, facendosi due conti, si troverà forse a pensare che due punti in più gli sarebbero tornati utili.

Napoli-Atalanta e l'utilizzo del VAR

Non si piange sul latte versato, ma bisognerebbe che qualcuno prima o poi intervenisse per circostanziare e dettagliare il significato di "chiaro ed evidente errore". Quando è possibile stabilire cosa sia chiaro ed evidente? Il VAR è stato introdotto per sublimare la decisione tecnologica rispetto a quella umana, ma il problema resta la discrezionalità: è pure sempre un uomo, il direttore di gara, a scegliere i tempi e i modi dell'utilizzo. Allora sorge spontanea l'empatia verso il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che tira fuori dal cilindro un argomento jolly, che ha sempre saputo gli sarebbe tornato prezioso: la classe arbitrale è fondamentalmente retribuita dai club, che ne finanziano le casse e il sostentamento. Dovrebbe esserci quindi non solo maggiore dialogo, ma anche la possibilità che gli atti del VAR siano accessibili, circostanza che si verifica in altri paesi. Ma questa è l'Italia, che ama distinguersi.

Chiaro ed evidente errore

Si evidenzia, inoltre, la necessità di mettere in discussione l'onnipotenza dell'arbitro sulle decisioni più delicate. Il capitano, l'allenatore meriterebbero voce in capitolo. Chiaro è che se si volesse concedere ogni volta spazio alle opinioni di ciascuno, i minuti di recupero diventerebbero tempi supplementari e le partite di calcio si trasformerebbero in comizi sull'erba verde. Eppure esiste una via di mezzo, una soluzione: si potrebbero limitare le richieste numericamente e a seconda della qualità dell'argomento (fallo) in discussione. Tuttavia si tornerebbe al punto d'inizio: bisogna dare una specifica migliore a "chiaro ed evidente".

Napoli-Atalanta e il calcio giocato

Oltrepassando una situazione che difficilmente valicheremo, Napoli-Atalanta ha riorganizzato le idee sulle gerarchie tra le prime del campionato. A Gian Piero Gasperini è stato tolto il cilindro, ed è apparso meno scaltro del previsto. O probabilmente Ancelotti ha recuperato lo status di buonallenatore, che le critiche ogni settimana cercano di sottrargli. La partita è stata quasi giocata a pari livello, ma la qualità degli azzurri è venuta decisamente fuori e si è mostrata superiore. Il Napoli ha saputo arginare Ilicic e Gomez.

Arek Milik è redivivo, anzi vivo più che mai, i gol sembrano ciliegie: uno tira l'altro. "Insigne serve Callejon, che crossa in area...", dovrebbe poi essere un inciso patrimonio dell'umanità, giacché nella maggior parte dei casi se non procura un gol garantisce un'azione da manuale. E nelle scuole calcio certe azioni non si spiegano mai abbastanza. Meglio anche El ChuckyLozano, del quale si rivedono degli inserimenti che si erano persi nel tragitto dal Messico all'Italia, tuttavia c'è ancora da lavorare. Sublime Fabian, la cui performance migliora nella seconda frazione di gioco. Un todocampista perché niente gli manca: velocità, tecnica, classe, intelligenza, tempi, fisicità.

La mentalità

Resiste un solo problema, perché accompagnato da una controprova: il Napoli visto contro il Liverpool esiste, ma il Napoli stesso non lo sa. Nel suo potenziale ci sono prestazioni di tale livello, che prescindono dagli alibi o dalle colpe del turnover, degli infortuni, dei malcontenti. Camaleontico è il miglior aggettivo che sia mai stato affibbiato alla squadra azzurra, ma mai nessuno ha specificato non appartenere alla proposta di gioco di Ancelotti, bensì alla mentalità dell'intero gruppo. Ma nella giungla del calcio non solo non è abbastanza, è addirittura insufficiente. Tuttavia la consapevolezza sarebbe ancora una volta il passo per il definitivo miglioramento. Ci proviamo?