Dal 4-3-3 al 4-4-2
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Napoli, l’analisi del modulo: dal 4-3-3 al 4-4-2. Ora c’è prevedibilità
Il Napoli ha cambiato due volte il modulo quest'anno: ecco le differenze
Tante sono le teorie sull'involuzione del Napoli, ma dal punto di vista tattico vanno registrate alcune cose. Come riportato dall'edizione odierna de Il Mattino, gli azzurri a inizio stagione hanno iniziato il campionato nel modo in cui lo avevano lasciato: col 4-3-3 di Sarri.
Dopo la brutta sconfitta contro la Sampdoria a Genova, Ancelotti ha optato per un cambio di modulo passando a un 4-4-2. L'invenzione, già a inizio stagione, era quella di mettere Hamsik regista e dargli compiti di impostazione: complicato nel 4-3-3, perchè da mezzala gli si chiedeva di stare bloccato davanti la difesa, più semplice nel 4-4-2. Nonostante la mediana fosse a due, molte volte uno dei due esterni si ricongiungeva al centrocampo formando una linea a tre, quindi Hamsik si trovava più a suo agio nell'impostazione e nel verticalizzare rapidamente per uno dei due attaccanti. Grandi le prestazioni in Champions, sontuose anche quelle in campionato.
Poi il cambio: Hamsik ceduto e spazio a Ruiz. Complice anche l'infortunio di Diawara, gli azzurri dalla partita con la Samp vinta in casa 3-0 hanno perso lucidità e rapidità in mezzo al campo e con la sconfitta casalinga contro la Juve si è visto sciolto il gioco Ancelottiano creatosi con il cambio del modulo. Prevedibilità, lentezza e arrendevolezza sono le caratteristiche attuali. Ora ci sarà da interrogarsi sulle colpe: testa o interpreti.
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