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Milik-Davide, tra sfiducia e scetticismo prova a far dimenticare Golia-Cavani: la sfida titanica che lo perseguita

Milik-Davide, tra sfiducia e scetticismo prova a far dimenticare Golia-Cavani: la sfida titanica che lo perseguita

Milik-Davide, tra sfiducia e scetticismo prova a far dimenticare Golia-Cavani: la sfida titanica, non richiesta, che lo perseguita

Redazione

La sfida fantasma continua tra Arkadius Milik ed Edinson Cavani, ma forse uno dei due non sa neanche che sta gareggiando a distanza: lo sfida un polacco che in realtà non ha mai richiesto questa guerra, non l'ha mai cercata né mai voluta. E' anzi solo un grandissimo incubo per il numero 99 dover scendere a lottare con un gigante come Golia-Cavani, perché in realtà è questo il Matador.

L'uruguayano è sempre stato il più forte, quello speciale rispetto a tutti i calciatori che sono passati per il San Paolo ed i tifosi non l'hanno mai dimenticato: poi d'improvviso (come la canzone degli azzurri) arrivano delle voci e si accende una miccia, forse si riaccende ed arde tutto il Vesuvio per una notizia così minima ma che assume con il tempo, visto l'amore dei del pubblico napoletano, una portata enorme, quasi mondiale: tutti iniziano a crederci, a sperarci, qualcuno inizia anche a pregare e dunque, così come ogni storia d'amore che viene rispolverata, l'amore rinverdisce, fiorisce con maggior vigore e si inizia soltanto ad urlare un nome, quello di Cavani.

Qualcun altro però, si trova invischiato in questo troppo amore, in questa adorazione, idolatria che arriva a livelli maniacali a tratti. E' un giovane che in seguito ad un anno sfortunatissimo in cui ha subito ben due operazioni per due rotture dei legamenti crociati, decide di rientrare con la voglia di mangiarsi il campo. Il calciatore viene investito di tale aurea "cavaniana", quando poco tempo prima altro non era che un ragazzo convinto che questo sarebbe stato il suo anno: chissà quante volte si sarà guardato allo specchio, si sarà indicato e si sarà incitato da solo, per darsi forza, coraggio, per dimostrare ad una piazza così grande che lui ne vale la pena, che merita di essere il prossimo beniamino dei propri tifosi.

E dunque qualcosa di incalcolabile (come delle voci) fa andare tutto storto e si ritrova in questo turbinio di paragoni, in cui perde soltanto. In questi paragoni che tutti liquidano in poche ma durissime e gelide parole: "Ma non c'è paragone" e d'altronde è così ed il polacco lo sa, perché non ha avuto modo di dimostrare che, anche se ne uscisse perdente, un paragone è quantomeno fattibile e non sarebbe un'eresia.

Davide allora, così come recitano le Sacre Scritture, durante l'amichevole contro il Borussia Dortmund si arma della propria fionda e colpisce: il sassolino va a segno e così anche la rete. Davide esulta come fosse il gol più importante che abbia mai fatto ma dietro quella gioia, sa che ha fatto ancora poco ma che per adesso basta: per soltanto pochi istanti riesce a far dimenticare Golia ad una platea enorme, per pochi minuti forse riesce a smarcarsi dall'ombra di un fantasma così pesante come quella di Cavani. E così tenterà e tenterà a colpi di fionda, a piccoli di piccoli sassolini che tirerà poco alla volta e riuscirà forse, un giorno, a far piegare ed uccidere il temibile gigante.

REDAZIONE - Claudia Vivenzio.

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