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Maradona Jr: “Vorrei portare Diego Matias allo stadio e dirgli chi era suo nonno”

Maradona padre e figlio

Le parole del figlio del Pibe de Oro

Giovanni Montuori

Diego Armando Maradona Jr è intervenuto sul sito della Gazzetta dello Sport per parlare del Napoli e di tanti altri temi legati all'indimenticabile Pibe de Oro. Di seguito le sue dichiarazioni.

Diego Maradona Jr. sul papà e su Napoli

 Napoli captain Diego Maradona surrounded by media after the 1989 UEFA Cup Final second leg between VFB Stuttgart and S.S.C Napoli at Neckarstadion on May 17, 1989 in Stuttgart, West Germany. (Photo by Simon Bruty/Allsport/Getty Images)

"Vorrei portare un giorno il mio piccolo Diego Matias allo stadio Maradona e cominciare a raccontargli chi era suo nonno, una persona dolcissima, generosa e buona. Come calciatore capirà presto, mio figlio, che il più bravo di tutti oggi avrebbe potuto allacciargli gli scarpini. E lo dico da appassionato e ora anche allenatore. Era di un altro pianeta.

Ma ancora non è arrivato il momento neanche per me di entrare al Maradona, Diego Matias ha ancora tre anni e mezzo, è presto per lui. Io magari spero di rientrarci quando lo stadio potrà realmente riempirsi tutto. Me lo auguro per tutti. E mi sento di dire su chi ha ancora dubbi a vaccinarsi: ho sofferto tanto ricoverato per il Covid, attaccato a una macchina per poter respirare. I figli e mia moglie mi hanno dato la forza per rialzarmi".

Il suo Napoli United in Eccellenza è partito benino: com’è Diego Jr allenatore?

"Non sta a me dirlo. Sicuramente devo crescere. E ho bisogno di tempo, ma ho una società matura alle spalle e un ambiente stimolante anche sotto il profilo sociale, ragazzi stupendi. Stiamo portando avanti un progetto importante, cercando di giocare già dalle serie inferiori a calcio, non a calci".

E il Napoli di Spalletti le piace? Può rispondere da tecnico o da tifoso.

"Molto. Perché l’allenatore ha saputo dare sicurezza e concretezza a una squadra che in precedenza aveva mostrato limiti sotto questo profilo. Mi piace come il gruppo sa gestire i diversi momenti della partita. Spalletti è stato bravo a capitalizzare il lavoro precedente. Perché l’anno scorso certe qualità si sono intraviste, ma poi gli infortuni hanno condizionato tutto. Non so dove può arrivare il Napoli, ma sono sicuro che ci farà divertire e comunque resterà lassù fino in primavera, quando si deciderà il campionato".

Il suo giocatore azzurro preferito?

"Ce ne sono tanti bravi. Ma io stravedo per il nostro capitano. Lorenzo Insigne sta dimostrando di essere maturato anche come uomo-squadra, perché da un punto di vista tecnico non si può discutere. Non mi permetto di dare consigli a De Laurentiis, ma mi auguro che Lorenzo possa invecchiare qui. È troppo importante".