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Luciano Spalletti e il Napoli che verrà: l’obiettivo è crescere nella mentalità

(Getty Images)

La domanda che il popolo partenopeo si pone, sicuramente è: quello di Luciano Spalletti che Napoli sarà? Ora, indipendentemente dagli aspetti tecnico tattici, che in buona parte sono noti, conoscendo i trascorsi del mister, ad incuriosire è la...

Gerardo Di Lorenzo

La domanda che il popolo partenopeo si pone, sicuramente è: quello di Luciano Spalletti che Napoli sarà? Ora, indipendentemente dagli aspetti tecnico tattici, che in buona parte sono noti, conoscendo i trascorsi del mister, ad incuriosire è la mentalità che riuscirà ad inculcare ai propri calciatori. L'allenatore toscano, sotto questo aspetto, non ha nulla da invidiare a colleghi maggiormente blasonati ed i suoi precedenti, sia in Italia e che all'estero parlano chiaro.

La certezza dovrebbe essere quella di vedere una squadra combattiva, che corre per novanta minuti, che non si arrende e che esprime un calcio bello da vedere ed allo stesso tempo concreto. Si, Spalletti tiene al gioco ma soprattutto alla concretezza. Il bel gioco senza vittorie lascia il tempo che trova e questo ce lo insegna anche Massimiliano Allegri, con le parole e con i fatti. Diciamolo chiaramente, Luciano Spalletti ha diviso la piazza, tra chi lo vede come l'allenatore giusto e chi lo teme nei rapporti interpersonali.

Ogni riferimento non è puramente casuale, quindi troppo spesso di fa riferimento ad illustri precedenti. Fu al centro di forti critiche e polemiche a Roma, per il suo rapporto con Francesco Totti e lo stesso accadde quando era alle dipendenze del club nerazzurro, con Mauro Icardi (e non solo). Almeno è ciò che si racconta nei corridoi dei sotterranei dei campi da gioco, fino ad arrivare ai giornali. Logicamente questo non vuol dire che le responsabilità di questi rapporti burrascosi fossero le sue, anzi. Abbiamo sentito sempre e solo "una campana".

Il mister tra evidenti pregi e presunti difetti (tutti da verificare...)

 (Getty Images)

Odiato e amato, apprezzato e criticato, croce e delizia, saggio e polemico, Spalletti non mette tutti d'accordo, anche se non gli si può negare la capacità di cambiare pelle in base alle occasioni e plasmare il suo gioco ed il suo approccio con i calciatori, in base alla materia prima che ha a disposizione. Spalletti è un camaleontico per natura e questa sua prerogativa sicuramente affascina e lo rende unico, sempre riconoscibile.

Non importa se risulti simpatico o antipatico, ne tantomeno lui ha l'intento di ispirare simpatia e tenersi buoni i giornali; piuttosto il mister bada al sodo. Bando alle ciance insomma. Con curiosità si attende il suo rapporto con la stampa (e non solo), poiché Spalletti già ci ha abituati ad accesi confronti e divertenti siparietti, che in questa piazza normalmente sono già molto amplificati. Le incognite sul Napoli che verrà sono davvero tante, quindi risulta essere molto più saggio, di qui ai prossimi due mesi e mezzo, parlare di ambizioni e non obiettivi.