Il nome di Hirving Lozano, noto gli amanti del calcio messicano ed addetti ai lavori, anche col soprannome di “Chucky” è il più gettonato nome del momento riguardo il calciomercato del Napoli. L’affare, che a meno di clamorosi dietrofront, si farà per 45 milioni di euro da destinare al PSV Eindhoven, sta suscitando già un intenso interesse nel panorama del tifo azzurro, ma anche critiche da parte della tifoseria partenopea.
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Lozano, il "Chucky" che già infiamma la piazza partenopea: tutto sul messicano
Tutto sugli esordi e l'infanzia del prossimo calciatore azzurro, Hirving Lozano.
LE ORIGINI E I PRIMI CALCI A UN PALLONE
Il giovane calciatore messicano classe 1995, nacque un 30 luglio di 24 anni fa da Ana Maria Bahena e dal padre Jesùs Lozano, presso Città del Messico. La famiglia Lozano, di chiara etnia bianco-messicana di origini spagnole, ha da sempre avuto come vero “punto di forza” il gioco del calcio, tant’è che il giovane Hirving insieme a suo fratello Bryan, furono invogliati da papà Jesùs ad intraprendere la carriera di calciatore. Lozano Senior intravedeva nei suoi due bambini le capacità e determinazione necessarie per diventare dei veri professionisti del settore. Grazie alla costanza e all’impegno mostrato dal giovane talento, il calcio salvò la famiglia Lozano dalla povertà e dai numerosi altri problemi che essa comporta.
Hirving Lozano, presto dovrà tutto al suo primo club a 90 chilometri dalla capitale messicana: il Pachuca. E’ lì che il giovane dalle belle speranze, che presto sarebbe diventato un vero mito (soprattutto in patria) cominciò a dare tanti assaggi delle sue doti tecniche, balistiche e tattiche. Lozano diede tutto se stesso per provare a farsi strada in questo mondo da sempre sognato, attraverso i settori giovanili del club.
IL FENOMENO DEL “CHUCKY LOZANO” E I MOTIVI DEL BIZZARRO NOMIGNOLO
Il soprannome affibbiatogli durante la sua carriera nelle giovanili del Pachuca, fece storcere il naso ma anche divertire i suoi fans, e lo si deve ad un'abitudine del tutto particolare che il ragazzo metteva in atto per “spaventare” giocosamente i suoi compagni di squadra. Il giovane atleta si nascondeva sotto il letto durante i viaggi con la squadra, per poi dopo balzare fuori improvvisamente riportando un look che tutto riconduceva al famoso assassino “Chucky” della nota serie di film horror “La Bambola Assassina”.
IL NUCLEO FAMILIARE REALIZZATO IN GIOVANE ETA’
Così come Anthony Martial e tanti altri atleti del panorama calcistico, Hirving Lozano ha cominciato a metter su famiglia fin dalla tenera età: il bomber messicano decise di sposarsi molto giovane con la sua amata, Ana Obregon, conosciuta durante l’infanzia in un parco giochi di Pachuca. Nel 2014, dopo anni di frequentazione e di fidanzamento, hanno deciso di convolare finalmente a nozze durante i 18 anni del giocatore, e c’è da registrare anche il debutto in prima squadra con il "suo" Pachuca. La vita sembrava sorridere alla coppia, che da lì a poco avrebbe dato alla luce anche dei figli.
La loro unione regalò al mondo la piccola Ana Daniela, nata nel 2014 davanti agli occhi dei genitori di lui. Tre anni dopo la coppia fu lieta di comunicare al mondo intero la nascita di due altri figli.
Per il calciatore il diventare padre fu un cambiamento radicale nella sua vita (come da lui stesso dichiarato ai media) dando vita anche ad un uomo completamente maturo, un padre modello sempre pronto a soddisfare le esigenze della propria amata e dei loro figli.
Il Psv, inoltre, ha regalato a Lozano una lussuosa auto in segno di gratitudine, affinché il messicano fosse restato a giocare per quei colori ancora a lungo.
CARATTERISTICHE TECNICHE E DIFETTI DI PERSONALITA’
Il bravo calciatore messicano, come tutti sanno, deve la sua ascesa internazionale soprattutto al Mondiale del 2018: la sua creatività sul rettangolo di gioco, i suoi spettacolari colpi sottoporta, la bravura a sfruttare le occasioni da rete, gli assist e la sua incredibile facilità nel superare gli avversari, rendono Hirving un’ala pura. Perfetta per ogni “gamer” in circolazione. Un pregio, che tutti da sempre inoltre, hanno messo in risalto è quello di saper leggere alla perfezione ogni incontro, a prescindere dalla bravura degli avversari incontrati, il che lo ha reso agli occhi di tutto un vero leader di squadra.
Per quanto concerne, invece, i difetti del giovane “chico” di casa messicana, è senza dubbio la sua personalità arrogante, pigra e sopratutto il grande egocentrismo che lo contraddistingue. Se in fase offensiva spesso fa faville, regalando emozioni forti ai supporters delle sue squadre, in fase difensiva ha ancora tantissimo da imparare e spesso questa nozione si è rivelata come un vero e proprio “tallone di Achille”.
Il talento del centro americano è sotto gli occhi di tutti, i suoi colpi spontanei e genuini lasciano di stucco ogni amante del calcio e i tifosi napoletani, abituati da sempre ad assistere a giocate di classe, colpi alla Maradona (scusate l’azzardato paragone); potranno finalmente contare su un nuovo vero jolly per la loro rosa azzurra. Quel tanto agognato e sperato top player anche richiesto da Ancelotti. Il Napoli made in “México” può finalmente cominciare a prender forma.
DI FRANCESCO GREEN
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