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Lippi: "A Napoli conquistammo l’UEFA senza prendere stipendi. Su Ancelotti…"

Redazione

L'intervista di Lippi per Tuttosport

Marcello Lippi, ex allenatore del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista per Tuttosport.

«Questa avventura è entusiasmante. E’ l’ottavo anno, ormai, che sono lì. Ho prima cominciato con un club, la Juventus cinese per capirci, con cui ho vinto tre scudetti, la Champions cinese, la Coppa di Cina. Finito il contratto, ho salutato: ma quando mi hanno richiamato - dopo setteotto mesi - sono tornato volentieri, senza prevedere che il grande capo dell’Evergrande mi chiamasse nuovamente per dirmi che il Governo gli aveva chiesto di farmi assumere anche la carica di ct della Nazionale. Ho accettato, dicendo però chiaramente: «Sappiate che si vince poco». Loro molto tranquillamente mi hanno risposto di non preoccuparmi, perché crescere sarebbe stato come un successo. Era questo che volevano. Finito il contratto sono rientrato di nuovo in Italia senza prevedere, neanche stavolta, quello che sarebbe successo. Non ci crederai»

Fra i primi tre allenatori della storia del calcio italiano, sicuramente metterei dentro Lippi

«Ti ringrazio e per venirti in aiuto posso dire di non aver fatto poi così male: un Mondiale, cinque scudetti, tre finali di Champions consecutive. Però non so se meriterei un posto tra i migliori in assoluto»

Tu chi metteresti?

«Sacchi ha rappresentato una ventata nuova per il calcio, ha cambiato la metodologia, l’intensità del gioco. Poi metterei sicuramente Capello, ma come posso dimenticare uno come Ancelotti…»

Ma la Juve che passa da Allegri a Sarri è davvero la dimostrazione che vincere non basta più e bisogna cercare lo spettacolo?

«Io credo che alla base ci sia stata soprattutto la voglia di cambiare, di cambiare anche filosofia, di dare nuovi stimoli a tutto l’ambiente dopo otto scudetti consecutivi. Sarri è un allenatore che fa giocare molto bene le sue squadre. Giocare a due tocchi è una delle cose più complicate, ma lui ci riesce splendidamente. Ora però tutto questo non basta, deve anche vincere. Io penso che farà molto bene, poi vincere non è mai facile o scontato».

Tutti pensano che dietro alla Juve ci siano appunto l’Inter e il Napoli. E’ così anche per te?

«Il Napoli sta facendo bene sul mercato. Manolas è un colpo eccezionale, perché una coppia con lui e Koulibaly ti permette di fare un calcio più aggressivo, di sbilanciarti se serve».

Anche tu hai allenato a Napoli. Se dovessi riassumere quell’esperienza in una fotografia?

«La sensazione di allenare una grandissima squadra, con una potenzalità straordinaria. Ti dico. Nel 93-94 abbiamo smesso di prendere lo stipendio a novembre. Io parlai chiaro ai giocatori: andate dagli avvocati, fate causa, fate quello che volete. Ma nelle due ore di allenamento dobbiamo sputare l’anima. Trascinati da 70.000 tifosi, senza stipendio fino a giugno, arrivammo a conquistare l’Uefa, battendo il Milan e il Parma. Squadra formidabile per una città formidabile»

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