Quando l'anno si avvia verso la fine, tutti cercano di tirare le somme di quanto fatto durante questi 365 giorni, durante questi 12 mesi. L'anno 2018 per il Napoli è stato particolarmente importante soprattutto per capire le motivazioni, ma soprattutto, le condizioni di alcuni calciatori. Tra questi ci sono sicuramente quelle pedine che sono state fondamentali per i 91 punti fatti con Sarri e per l'inizio dell'era di Carlo Ancelotti. Altri, invece, hanno riscontrato difficoltà o non si sono sentiti chiamati in causa. Andiamo a vedere chi possiamo inserire nella categoria FLOP e chi nella categoria TOP.
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TOP E FLOP 2018 – Koulibaly e Allan fanno grande il Napoli. Hysaj e Diawara da rivedere
TOP E FLOP 2018 - Koulibaly e Allan fanno grande il Napoli. Hysaj e Diawara da rivedere
FLOP - HYSAJ - Arrivato a Napoli nell'estate del 2015, è stato uno dei pupilli di Maurizio Sarri che lo allenava ai tempi dell'Empoli. Un investimento, però, ritenuto da sempre troppo alto per un terzino che fondamentalmente non ha mai convinto nessuno. Anche in questo 2018 le prove dell'albanese sono sempre state giudicate sottotono. Le azioni più pericolose degli avversari sono, infatti, spesso arrivate proprio dalla sua fascia e gli succede molto spesso, qualsiasi sia l'avversario, di essere saltato. Come si evince dalle prove messe in campo dal terzino, Hysaj non è praticamente cresciuto: è rimasto lo stesso della prima stagione con la maglia dei partenopei probabilmente anche per un questione legata alle motivazioni. L'albanese, infatti, è stato un titolarissimo di Sarri e non ha mai conosciuto davvero la concorrenza. Oggi ha una clausola da 50 milioni ed è conteggiato dal Chelsea proprio di Sarri: il clima con la società sembrerebbe essere teso e a giugno potrebbe anche decidere di prendere una strada diversa.
FLOP - DIAWARA - Discorso diverso per il centrocampista guineano arrivato all'ombra del Vesuvio nel 2016 dopo un investimento da milioni. Milioni, però, che non si sono trasformati in risultati positivi, se si esclude il gol all'ultimo minuto contro il Chievo ad inizio anno. Probabilmente la colpa non è nemmeno al 100% sua poiché l'integralismo di Maurizio Sarri, mista ad un carattere che stenta a venire fuori, che aveva in Hamsik il suo titolare inamovibile, non gli ha mai permesso di scendere veramente in campo e crescere. Una situazione che sta condizionando anche la nuova stagione sotto la guida di Ancelotti. È, infatti, uno dei pochissimi calciatori partenopei ad essere sceso in campo da titolare in meno occasioni ed il più quotato per un'uscita in anticipo nella sessione di mercato invernale.
TOP - KOULIBALY - Quando è arrivato il senegalese, in aeroporto non c'era praticamente nessuno ad aspettarlo. Arrivato in sordina, tra i dubbi di tutti, ha lottato per emergere e conquistarsi un posto da titolare e ci è riuscito. È stato possibile grazie a quella forza, fisica e psicologica, che mette in campo in qualsiasi match. Una forza che spesso lo ha spinto in situazioni limite, vedi il cartellino rimediato a Firenze quando le speranze di Scudetto si sono infrante, ma una forza che lo ha portato ad essere uno dei migliori nel suo ruolo. Inamovibile per Sarri, è diventato la guida della difesa anche di Carlo Ancelotti che, nel suo pazzo turnover, non lo ha mai fatto riposate. Corteggiato da tutta Europa, al momento resta a Napoli e potrebbe perfino rinnovare.
TOP - ALLAN - Quando il brasiliano ha indossato la maglia del Napoli nel 2015, lo ha fatto nello scetticismo generale. Arrivato dall'Udinese, in molti hanno pensato al solito rincalzo che probabilmente non avrebbe mai fatto fare ai partenopei quel passo in avanti. Ed, invece, si è trasformato in uno dei migliori colpi dell'era di Aurelio De Laurentiis e questo 2018 ne è la piena dimostrazione. Il centrocampista è stato fondamentale in tutti i momenti chiave dell'anno degli azzurri. Ha affrontato qualsiasi avversario con quella grinta e quel carattere forte che lo contraddistinguono: un mastino in campo pronto ad aggredire tutti gli avversari e potete chiederlo a Salah o Mbappè che ancora lo sognano la notte. Lui si sente napoletano, come tutta la sua famiglia, e Napoli oramai lo ritiene parte della famiglia.
di Maria Ferriero
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