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Jorginho: “Stavo lasciando il calcio, oggi sogno lo scudetto a Napoli. Diawara? Sana competizione”

Jorginho: “Stavo lasciando il calcio, oggi sogno lo scudetto a Napoli. Diawara? Sana competizione”

Jorginho ha parlato a TV Luna durante il corso di un'intervista concessa all'emittente

Redazione

A Tv Luna questa sera ha rilasciato un'intervista Jorginho, centrocampista azzurro, per parlare della stagione del Napoli: "Io sto bene, credo che anche il Napoli stia bene seppure sembra che sia in un momento difficile. Siamo sulla strada giusta, stiamo facendo delle buone cose".

CRITICHE - "Sì, qui è tutto molto esagerato dal mangiare (ride, ndr) a tutto il resto. Diciamo che le critiche sono normali, sinceramente non ho visto né letto niente perché cerco di stare nel mio, altrimenti poi perdi le energie e non è la cosa fondamentale. Dobbiamo concentrarci sul nostro lavoro. Sembra un po' la fine del mondo! Purtroppo i risultati sono mancati, ma siamo sulla strada giusta per tornare a fare punti e ai nostri obiettivi. Dobbiamo stare sereni e lavorare tanto".

GRUPPO - "Dobbiamo essere uniti tutti, qui e all'esterno. Abbiamo un percorso che stiamo facendo da 3 stagioni, non possiamo abbatterci per 2 partite che non vinciamo. Dobbiamo andare oltre e siamo convinti che possiamo fare ancora meglio".

NAPOLI EVOLUZIONE? - "Il Napoli è sempre lo stesso. Abbiamo fatto 2 pareggi di fila, ma personalmente la squadra con la Fiorentina è tornata a fare quello che non faceva nelle ultime 2-3 gare. Abbiamo creato di più e abbiamo messo intensità, per quello dico che siamo sulla strada giusta. Dobbiamo solo continuare a lavorare".

TORINO - "Valdifiori? Falso dualismo (ride, ndr). Chi non vive dentro lo spogliatoio crea cose per capire che succede. E' un bravissimo ragazzo, purtroppo si dicono tante cose che non esistono. Con lui avevo un rapporto buono, vivevamo anche nello stesso parco. Prendevamo la stessa macchina con Gabbiadini e Maggio anche. C'era competizione, ma sana.Quando c'è, il livello dell'allenamento si alza e dai più qualità, ma fuori dal campo no. Diawara? E' normale ed è giusto che ci sia, altrimenti non ci alleniamo bene e perde la squadra. Mi aspetto domani una partita difficile perché sono in salute e sono carichi e possono pensare che siamo calati. Starà a noi abbattere la loro motivazione e far vedere in campo chi è che vuole vincere"

CAMPIONATO - "Giochiamo per vincere sempre, anche quando non ci riusciamo. A volte sembra che quando perdiamo non siamo tristi, ma non è così. Sapevamo che prima o poi sarebbe arrivato l'ostacolo, il campionato è lungo, ma dobbiamo vincere nonostante tutto,

anche quando c'è qualcosa che non va".

ELOGI - "I complimenti fanno benissimo, ti danno autostima e motivazione ma io personalmente sono attaccato alle radici, da dove vengo. Quindi penso a tutto quello che ho fatto, a quanto ho lavorato e sofferto per arrivare fin qui. Quindi è facile da buttare via tutto, e io non voglio. Voglio continuare a crescere, questi elogi me ne fanno venire ancora più voglia".

LA SUA STORIA - "La mia storia non ricordo nemmeno quando inizi, mamma dice che a 1 anno calciavo. Lei mi portava in spiaggia e a 4 anni sono andato nella prima squadra. Anche mio padre mi ha incitato. Nei momenti di difficoltà, per fortuna, ho avuto la mia famiglia al mio fianco. Quando ero già in Italia, piangevo e dicevo che era già finita. Non ero ancora professionista, ero nel settore giovanile del Verona. Pensavo che questo mondo non facesse per me, volevo tornare a casa. Per fortuna la mia famiglia è stata più forte di me e ha detto' 'tu a casa non ci torni, hai già sofferto troppo'. Tutti hanno un'idea diversa dei calciatori.

Tanti sono tornati a casa, invece,e non sono poi riusciti a tornare in campo. 20 euro a settimana la paghetta dei calciatori? Sì, era così. Penso anche a quei 20 euro quando parlavamo di un non pensare troppo e stare coi piedi per terra o a quando mangiavo la stessa cosa per 3 giorni e non c'era l'acqua calda e facevo la doccia fredda anche in inverno. Ho vissuto così per 1 anno e mezzo. Poi sono andato avanti e c'è quel detto 'quello che semini raccogli'. Ora è tempo di raccogliere".

JORGINHO GENITORE - "Quando capirà, per fortuna vivrà tante cose insieme. Spero di giocare ancora 10 anni, magari anche col Napoli! Spero che lo possa vivere e lo vivrà. Voglio che lui per fortuna cresca in una maniera diversa. Io in infanzia non potevo avere tutto quello che lui avrà ma cercherò comunque di dargli i valori del rispetto e dell'umiltà, altrimenti farà fatica nella vita. La cosa fondamentale che io e mia moglie dobbiamo riuscire a trasmettergli questo. Ci stiamo organizzando per fratellino e sorellina (ride, ndr)".

SCUDETTO - "Se dico che ci penso ogni sera, magari non ci credi! Viverla... giuro che ho già sognato i palazzi blu e le cose che hanno raccontato.La festa scudetto qua non so quanto durerebbe!

AUGURIO - "Auguro ai tifosi del Napoli tante cose buone. Un Natale in pace con le famiglie e per il resto di sostenerci sempre, anche nei momenti di difficoltà perché abbiamo bisogno di tutti. Forza Napoli sempre!".