Stadio Olimpico di Torino, minuto 30, la storia del Napoli si riscrive, cambia volto, aggiunge una cresta al quadro degli “indimenticabili”. Marek Hamsik riesce, finalmente, a consacrarsi nell'Olimpo dei grandi calciatori che hanno vestito la maglia azzurra. Il gol numero 115 è servito di piatto destro all'angolo alto, Maradona è raggiunto in vetta, Marek lo tocca con mano.
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Hamsik, che liberazione! Hai toccato Maradona, ora sei STORIA
Marek Hamsik ha messo a segno il gol numero 115, raggiungendo Maradona nella classifica all-time. La liberazione del capitano passa da Torino.
Il capitano del Napoli ha messo a segno solo due gol in questo campionato, i due necessari per entrare nella storia del club azzurro. Il primo contro il Cagliari, alla settima giornata, il secondo, ieri sera contro il Torino, alla giornata 17, a dieci giornate di distanza. Dieci, non a caso, come il numero di maglia di Diego Armando Maradona. Quest’anno Hamsik sembrava aver perso la sua vena realizzativa, non era più così preciso negli inserimenti alle spalle degli attaccanti o delle difese avversarie, non aveva più la mira e quel piede caldo che lo distinguevano da qualsiasi altro centrocampista e che gli permettevano di essere il “sogno proibito” di molti club. Questa stagione non è cominciata nel migliore dei modi per il capitano azzurro: è sembrato quasi sempre stanco, perso in campo, privo di idee illuminanti, mai al top della condizione, eppure è sul suo lato di competenza che il Napoli sviluppa il gioco, insieme con Ghoulam e Insigne.
Ieri sera, al minuto 30, ha riscritto la storia del Napoli, ha riscritto la storia della classifica marcatori di tutti i tempi. Ha riscritto una storia cominciata il 15 agosto 2007, al San Paolo, nella partita di Coppa Italia contro il Cesena. Hamsik è stato appena acquistato per 5,5 milioni di euro, Reja gli affida la fantasia del centrocampo azzurro e all’esordio subito ripaga la fiducia del suo allenatore: Lavezzi mette palla al centro, il 17 azzurro, di prima intenzione, piazza la palla all’angolino, di piatto destro. Il gol numero 115 è praticamente una fotocopia: Mertens mette palla al centro, Hamsik di prima intenzione, di piatto destro, piazza la palla all’angolino.
Il primo e il centoquindicesimo gol separati da dieci anni. Dieci, ancora una volta, non a caso, come il numero di maglia di Diego Armando Maradona.
In questi dieci anni Hamsik è cambiato tantissimo, in campo ha mutato spesso il suo modo di giocare, si è adattato a moduli e posizioni diverse, per ogni allenatore che è passato per il Vesuvio. Il suo momento migliore è stato sicuramente sotto la guida Mazzarri: giocava da terzo attaccante insieme agli altri due “tenori”, Cavani e Lavezzi, riuscendo a trovare con insistenza la via del gol e ad affermarsi come uno dei migliori centrocampisti d’Italia. Il momento peggiore lo ha vissuto con il cambiamento più radicale del Napoli.
L’arrivo di Rafa Benitez fu, allo stesso tempo, un bene e un male: l’arrivo di tanti calciatori d’alta caratura smosse le attenzioni dal capitano azzurro, che, spostato in un ruolo non proprio adatto alle sue caratteristiche, non riuscì ad incidere al massimo del suo potenziale.
La cura Sarri, poi, ha fatto ritrovare il vero Hamsik, tornato ad essere fondamentale per il gruppo azzurro, sia in campo che fuori. Per Sarri, Marek è indispensabile, un vero campione, tanto che anche nei momenti peggiori della stagione lo ha sostenuto allo stremo e ha affermato: “E’ un giocatore che non può mancare, è il vero fuoriclasse della squadra”.
Hamsik è cambiato tanto in questi anni ma l’amore per la maglia azzurra è rimasto invariato e ieri ne ha dato l’ennesima dimostrazione: ha segnato il gol più importante della sua carriera, fino ad ora, ha sorriso, si è girato verso la curva azzurra, ha battuto la mano sul cuore e ha indicato i tifosi, quasi come a dire “Il record è nostro”.
Marek Hamsik, il simbolo di Napoli e del Napoli, ha toccato con mano Maradona, è entrato nell’Olimpo dei grandi, ora è la STORIA del Napoli.
Foto SSCN
REDAZIONE - Salvatore Amoroso.
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