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Gollini: “Vincere lo scudetto a Napoli è speciale. Ecco cosa mi esalta, su Meret…”

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Il portiere azzurro ha rilasciato alcune dichiarazioni questa sera nell'incontro con i tifosi a Dimaro, insieme a Garcia
Tony Sarnataro
Tony Sarnataro Giornalista 

Il portiere del Napoli, Pierluigi Gollini, ha rilasciato alcune dichiarazioni questa sera nell'incontro con i tifosi a Dimaro, insieme a Garcia e Juan Jesus. A seguire le sue principali parole.

Le parole di Gollini

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"Per un ragazzo italiano, vincere uno scudetto è qualcosa di unico che ripaga tutto ciò che è stato sacrificato in carriera. Poi qua a Napoli è specialeCome mi preparo sui rigori? Quello è il momento in cui ho poche pressioni, perché se non la pari non hai colpe e se la pari sei un eroe. Un rigore per me è un momento di esaltazione. Diciamo che si tratta di un misto tra studio e istinto: se oggi aspetti gli attaccanti fino all'ultimo prendi gol, tirano troppo forte. L'essenza del portiere è comunque quella dell'istinto. Napoli è speciale perché per il mio carattere è la città adatta. Per l'arte, per l'amore per il calcio che è differente e lo senti. Quello che abbiamo vissuto non è che la prova. Quando mi sono avvicinato al calcio? Avevo 4 anni, ma ho iniziato a giocare in porta molto tardi. Non mi ci facevano mai giocare! Sono andato alla SPAL da difensore, poi verso gli 11 anni mi hanno finalmente fatto provare e da lì non sono più uscito". 


Su Garcia

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"In questi giorni leggevo un libro di un allenatore di basket e lui dice che nella sua esperienza ha capito che ogni anno è diverso: l'anno scorso tutti sappiamo cosa abbiamo passato, mentre quest'anno dovremo essere anche noi a mettere il mister nelle condizioni giuste per lavorare al meglio. Io titolareLa risposta è semplice: quando giochi in una grande squadra in tutti i ruoli ci sono giocatori forti. Gli allenatori vogliono questo, la società vuole questo. Più sei ad alto livello e più c'è competizione. Io e Alex siamo un ottimo gruppo di portieri, io darò il meglio per convincere il mister ma l'importante è che restiamo un gruppo unito. Cosa serve per diventare un portiere? Intanto bisogna avere un talento innato e questo dev'essere coltivato e allenato. Tutti sono forti e hanno fame e dopo conta il desiderio, dare tutto te stesso. Non bisogna mollare mai e fare tanti sacrifici. Come faccio a farmi trovare sempre pronto? Dipende da come ci si allena. Allenandosi bene, la partita viene bene di conseguenza".