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Il Giornale bacchetta Sarri: “Ha vinto lo scudetto della maleducazione!”

Il Giornale bacchetta Sarri: “Ha vinto lo scudetto della maleducazione!”

Il Giornale bacchetta Sarri: "Ha vinto lo scudetto della maleducazione!", i dettagli

Redazione

Il Giornale scrive un appunto sul comportamento tenuto da Sarri nei confronti della giornalista di Canale 21, Titti Improta:

"Basterebbe avere 40-50 anni per ricordare certi detti: parli come uno scaricatore di porto, parli come un pecoraio o peggio (ahinoi!) come un villico. Oggi potremo aggiungere: parli come Sarri. E distillare una sfilza di beceraggini senza temer di aver dimenticato qualcosa.

Voleva essere una battuta, forse. Sono seguite risate non proprio tipiche della solidarietà. Anche se gran parte dei presenti è rimasta sorpresa, se non scandalizzata. Poi Sarri e l' addetto stampa hanno cercato di medicare dietro le quinte, accertandosi se la giornalista fosse permalosa e nel caso scusarsi. Permalosa? Perché mai? In fondo uno ti ha appena mandato a «fare in c» solo per aver posto una domanda. Va aggiunto: fortunata lei. Se, invece di una bella ragazza, ci fosse stata una signora, con meno appeal estetico, come ne sarebbe uscita? Non c' è da immaginare se il quesito l' avesse posto un uomo...

Quando si parlava di pecorai, scaricatori di porto e villici l' Italia godeva di minor cultura e meno Dottori. L'educazione non ha tempo, ma Sarri ha la fortuna di essersi acculturato.

Peccato davvero: il tecnico del Napoli finora ci ha mostrato la bravura del preparatore tecnico, ma pure limiti umani e caratteriali. Allenatore fortemente imperfetto: basti vedere il monotematismo tattico. Sarà mai da grande squadra? La persona non si tocca, ma sul personaggio pubblico c' è da dire: pessimo per atteggiamenti, ricerca degli alibi e sprezzo del lavoro altrui. Altrove qualcuno lo avrebbe zittito o multato. Chissà mai il Napoli non voglia difendere la propria civiltà di società.

Ps: è stato notato il silenzio ufficiale dell' addetto stampa quando Sarri ha esagerato. A ciascuno il suo bon ton".

Fonte : Riccardo Signori - Il Giornale