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Liga, i giocatori dicono no alla partita da giocare negli Stati Uniti: “Non siamo merce”

Liga, i giocatori dicono no alla partita da giocare negli Stati Uniti: “Non siamo merce”

Se in Italia l’Assocalciatori è sul piede di guerra e minaccia lo sciopero per la prima giornata di Serie B e Lega Pro, in Spagna le cose non vanno meglio. L’accordo che ha stabilito che a partire da questa stagione e per 15...

Redazione

Se in Italia l'Assocalciatori è sul piede di guerra e minaccia lo sciopero per la prima giornata di Serie B e Lega Pro, in Spagna le cose non vanno meglio. L'accordo che ha stabilito che a partire da questa stagione e per 15 anni una partita della Liga si giocherà negli Stati Uniti non trova infatti d'accordo i giocatori, pronti a mettere in scena forme di proteste anche clamorose.

I capitani delle 20 squadre del massimo campionato spagnolo si riuniranno infatti mercoledì nella sede dell'Associazione calciatori per analizzare la situazione: l'AFE, già sul piede di guerra nei confronti della Liga per la decisione di spalmare il programma del campionato 2018-2019 dal venerdì al lunedì, creando inevitabili organizzativi agli appassionati, non ha gradito l'accordo trovato dalla Liga con la multinazionale statunitense 'Relevent', che ha stabilito che almeno una partita a stagione fino al 2033 si dovrà giocare a Miami (per quest'anno già si parla di Betis-Barcellona).

L'Associazione lamenta di essere stata informata solo a cose fatte. Al termine dell'incontro di mercoledì verrà emesso un comunicato che sintetizzerà il parere dei giocatori: 'Siamo sorpresi e indignati - ha detto il presidente dell'AFE David Aganzo - Sembra che sia solo una persona che muove le corde del calcio spagnolo. Meditiamotutti per non prendere decisioni avventate, ma non escludiamo nulla. Compreso lo sciopero, perchè i calciatori non sono merce. Non possiamo essere merce di scambio per ottenere sempre più denaro'. Itasport Press.