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Il garbo lo distingue, come la cordialità. Un campione, Dries Mertens, anche dinanzi a un’

Il garbo lo distingue, come la cordialità. Un campione, Dries Mertens, anche dinanzi a un’

Il garbo lo distingue, come la cordialità. Un campione, Dries Mertens, anche dinanzi a un’acqua minerale, tassativamente liscia, corretta alla menta. Il calcio italiano l’ha eletto migliore giocatore della scorsa stagione per la...

Redazione

Il garbo lo distingue, come la cordialità. Un campione, Dries Mertens, anche dinanzi a un'acqua minerale, tassativamente liscia, corretta alla menta. Il calcio italiano l'ha eletto migliore giocatore della scorsa stagione per la qualità di gioco espresso, sostenuto dai 34 gol realizzati, di cui 28 in campionato che non gli sono bastati per vincere il titolo di capocannoniere della Serie A. Quassù, il Napoli lavora per qualcosa d'importante, lo si percepisce dalla determinazione del gruppo e dall'unione che lega l'ambiente. Nessuno parla esplicitamente di scudetto, ma tutti lo vogliono. Ormai c'è la convinzione che questa appena iniziata sarà la stagione buona per interrompere l'egemonia della Juventus. "Può darsi, certo, però bisogna darsi una calmata, non dobbiamo sentirci pressati. C'è solo da lavorare e lavorare per evitare che si ripetano certe partite che ci hanno penalizzato l'anno scorso", osserva, ricordando i tanti punti pesanti lasciati agli avversari.

Deluso per il terzo posto?

"Non è questo il discorso. Il problema è che abbiamo fatto 84 punti, espresso il più bel gioco in assoluto e battuto diversi record, ma alla fine non abbiamo vinto niente".

Sul piano personale, hanno impressionato i suoi 28 gol in campionato: sarà difficile ripetersi?

"In realtà, anch'io mi sono sorpreso, anche perché ho cambiato ruolo, sono diventato attaccante. Ma credo che chiunque giochi centravanti è destinato a segnare tanti gol, perché il gioco di Sarri esalta la fase offensiva, c'è sempre la giocata che ti porta a concludere". Napoli in Trentino, la nuova stagione è iniziata

Ha mai pensato che l'infortunio di Milik le ha cambiato la vita? Senza, lei sarebbe rimasto in competizione con Insigne.

"Sì, certo. A volte la disgrazia di un compagno può aiutarti, può modificare le cose. A me ha cambiato il ruolo, Sarri ha avuto quest'intuizione e credo che nemmeno lui abbia mai pensato che potessi rendere tanto. E, poi, c'è un altro particolare. Io non avevo mai giocato con continuità, una volta trovata ho avuto modo di esaltare le mie qualità. Nei primi tre anni mi è capitato di giocare una partita, di segnare anche una doppietta e di ritrovarmi, la domenica dopo, in panchina. Questa situazione mi ha fatto parecchio male, mi ha annoiato tanto, non mi dava la gioia di continuare".

Quanto è stato determinante Sarri nella sua evoluzione?

"Bè, lui ha fatto tanto, non so se riuscirei a giocare da prima punta con un altro allenatore. Il suo gioco serve a esaltare gli attaccanti e non solo quelli centrali. Basti vedere il rendimento di Insigne e Callejon".

Il suo rinnovo di contratto ha tenuto in apprensione un'intera città. Poi, finalmente la firma che ha liberato i napoletani dalle ansie vissute: che cosa l'ha convinta a restare?

"Il progetto. Io penso che questa squadra sia forte e abbia un grande futuro. Con questo allenatore nessuno di noi è voluto andare via, perché è un piacere lavorare con lui, il gruppo è unito e gioioso. Quest'anno possiamo fare grandi cose se resteremo tutti uniti"

Pronti per vincere lo scudetto?

"Se la Juventus si deciderà a lasciare qualcosa.. Loro sono una squadra più vecchia rispetto alla nostra che è più giovane e ha entusiasmo".

Cosa manca al Napoli, allora, per essere competitivo per lo scudetto?

"La Juve ha sempre avuto qualità, compra i migliori, ha preso Pianjc, il più forte della Roma, e Higuain il fuoriclasse del Napoli. E questo ti fa vincere. Noi dobbiamo percorrere una strada diversa non avendo i campioni". Ripunterà alla classifica cannonieri?

"Sicuramente. Mi è dispiaciuto, sono sincero, essere arrivato secondo per un solo gol. Chi dice che non guarda alla classifica dei cannonieri è bugiardo, perché ho sperato fino in fondo di prendere Dzeko".

Se le dico Higuain, qual è il primo pensiero che le viene?

"Che è un giocatore in grado di fare la differenza. Mi spiace sia andato via ma penso che se fosse rimasto io non avrei giocato centravanti. Uno del suo valore, ti fa vincere".

Ma la vostra garanzia, al di là di tutto, è Sarri che ha preteso che la squadra venisse riconfermata in blocco.

"Devo dire che il presidente De Laurentiis ha capito il valore di questa squadra. Ha fatto dei sacrifici, dimostrando che anche lui vuole vincere. Adesso tocca a noi, il gruppo c'è e la sua è stata un'ottima mossa". Gazzetta dello Sport.