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Gabbiadini a Dazn: “Sampdoria, non c’è stato bisogno di convincermi”

Gabbiadini a Dazn: “Sampdoria, non c’è stato bisogno di convincermi”

Gabbiadini a DAZN: “Non c’era bisogno di convincermi per venire alla Sampdoria. So cosa significa indossare questa maglia, possiamo fare bene”. Conclusa l’esperienza in Premier League con la maglia del Southampton, per...

Redazione

Gabbiadini a DAZN: "Non c'era bisogno di convincermi per venire alla Sampdoria. So cosa significa indossare questa maglia, possiamo fare bene".

Conclusa l'esperienza in Premier League con la maglia del Southampton, per Manolo Gabbiadini è cominciata la seconda avventura italiana con la maglia della Sampdoria. Avventura che fino a questo momento ha fruttato 5 presenze e 2 goal.

Ai microfoni di DAZN il classe 1991 ha parlato di diversi argomenti, in primis della sua crescita a livello calcistico ed umano nel corso del tempo.

"Io non sono cambiato nel tempo. Penso sempre di essere sempre lo stesso. Sono cresciuto rispetto alla prima esperienza alla Samp. Sono passati 3 anni. Ho fatto due anni a Napoli, in un grande club in cui ho giocato in Europa. Poi ho fatto altro 2 anni in Inghilterra. Dove sono cresciuto da un altro punto di vista. Ora ho un figlio, un altro in arrivo. Sono piu’ maturo ed esperto".

Tornare alla Sampdoria è stata una scelta facile da prendere, soprattutto dopo aver parlato con Giampaolo.

"Giampaolo è un allenatore che mi piace molto per come gioca. Prima di venire non l’ho sentito, non c’era bisogno di convincermi. So già cosa si prova ad indossare questa maglia, conosco tante persone e la città, e per questo è stata una scelta semplice tornare alla Samp. Abbiamo le qualità per fare qualcosa di importante, perchè siamo un bel gruppo. La squadra gira, sono arrivato da poco e devo cercare di entrare velocemente nei ritmi e nei sincronismi".

Soddisfazione ed anche un pizzico di rammarico per aver sfiorato la conquista della League Cup, persa in finale con i Saints.

"Mi ha dato molto dal punto di vista umano. Sono contento di quello che ho fatto perchè giocare in Premier League era il mio sogno da quando ero bambino. Dopo 20 giorni dal mio arrivo, con comapagni nuovi, tradizione nuova e calcio nuovo, mi sono trovato in uno stadio come Wembley. Era pieno, con coreografie prima e durante. Giocavo già una finale. Eravamo 2-2, poi a 5 minuti dalla fine abbiamo preso il terzo gol. Forse anche immeritatamente, però ricordo quella partita con delle belle sensazioni. Dopo la gara durante una cena con le famiglie il presidente si mise a piangere. L’avevamo fatta emozionare".

Spera di poter segnare nuovamente in un derby della Lanterna e di andare ad esultare verso la gradinata blucerchiata.

"Quando guardo i video del mio gol contro il Genoa, la mia esultanza, e il boato dei tifosi con la Gradinata sud che scende verso di me è bellissimo. Quando fai gol, fai la prima cosa che ti viene inmente e allora corri verso la gradinata. Non è un’esultanza programmata. E’ una sensazione unica segnare nel derby. Il derby è fondamentale per i genovesi, bisogna vincerlo per avere la supremazia territoriale (ride ndr)". Goal.