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FOCUS – Mertens, il napoletano d’adozione: “Ciro” si è confermato un centravanti puro

FOCUS – Mertens, il napoletano d’adozione: “Ciro” si è confermato un centravanti puro

Amici di CalcioNapoli1926.it vi proporremo quotidianamente i numeri stagionali di ogni calciatore con un focus dedicato. Oggi è il turno di Mertens.

Redazione

Il belga napoletano, il calciatore che ha rappresentato appieno il sarrismo e il cambiamento del Napoli nel trienno di Maurizio Sarri è Dries Mertens. Arrivato al Napoli nel 2013 per circa 10 milioni di euro con Rafa Benitez sulla panchina azzurra è sempre stato utilizzato da esterno d'attacco per le sue qualità fisiche e tecniche: brevilineo, veloce, ottimo dribblatore e assistman. Negli anni è stato impiegato perlopiù come arma a gara in corso, è sempre stato visto come il calciatore "spaccapartite", capace di scombussolare i piani degli avversari. Negli anni olandesi si è distinto per la spiccata capacità nei dribbling senza disdegnare mai i gol e il Napoli si interessò a lui dopo averlo visto in azione, da avversario, in Europa League.

Nel Napoli di Benitez è chiamato in causa in quasi tutte le partite stagionali, più volte da titolare ma sempre come esterno offensivo e nella prima stagione realizza 11 reti in 43 partite. Bottino molto simile nella stagione successiva in cui realizza 10 gol in 44 presenze. Il Napoli dà l'addio a Benitez e accoglie Maurizio Sarri e la titolarità è in forte discussione perché il nuovo tecnico gli preferisce Lorenzo Insigne nel ruolo di esterno destro tanto che trova il campo dall'inizio solo in 11 delle 37 presenze stagionali con soli 10 gol all'attivo. E' nella stagione 2016/17 che il ruolo di Mertens nel Napoli e nel mondo del calcio cambia completamente: gli azzurri perdono per un grave infortunio Arek Milik e Sarri pesca il jolly dalla panchina. Mertens è inventato centravanti e la stagione del belga cambia completamente volto: nella prima gara da "falso nueve" contro il Cagliari, realizza una tripletta che permette al Napoli di vincere per 0-5. Da lì in poi è spettacolo. Mertens mette a segno 34 gol e 11 assist in 46 partite, media da urlo che porta Sarri ad ammettere gli errori, suoi e dei tecnici precedenti, nel considerare Mertens solamente un esterno d'attacco. Il Napoli trova la quadratura del cerchio e il "sarrismo" trova la sua massima espressione anche grazie ai "tre piccoletti".

L'ultima stagione è stata, seppur con qualche gol in meno, altrettanto eccezionale dal punto di vista personale e di squadra e l'apporto di "Ciro" al Napoli è stato fondamentale:

Fase difensiva:

- Ha completato 32 contrasti su 72 (il 44%)

- Ha bloccato 27 azioni d'attacco avversarie (passaggi, cross, tiri e ripartenze)

- Ha commesso 45 falli e subiti 48

- Ha perso 87 palloni, di cui 62 da contrasti

- Ha vinto 5 duelli aerei su 33 (il 15%)

Fase offensiva:

- 838 passaggi completati (71 utili per azioni d'attacco o azioni gol)

- 47 dribbling riusciti su 98 (il 47%)

- 148 tiri verso lo specchio della porta avversaria

- 9 assist

- 22 gol (18 in Serie A, 3 in Champions League, 1 in Coppa Italia)

Numeri che gli hanno garantito la convocazione al Mondiale di Russia 2018 con il Belgio e che hanno ingolosito tantissimi club che sarebbero pronti a pagare la clausola rescissoria di 28 milioni (valida per l'estero). L'addio di Sarri potrebbe incidere ancora di più sulla scelta di Ciro di salutare Napoli ma la telefonata di Ancelotti gli ha fatto balenare vari pensieri, tra cui quello di restare per vincere in maglia azzurra, per vincere per il popolo che ormai lo ha adottato, per vincere ancora nello stadio che non può fare a meno del folletto belga, per vincere ancora in quella città dove, senza pubblicità e senza telecamere, va in giro per dare assistenza ai più poveri o agli animali randagi. Perché Mertens prima di essere un grande campione, è un grandissimo uomo, un esempio da seguire, in campo e fuori. Dries Mertens, napoletano vero!

Focus di Salvatore Amoroso

Foto SSCN

Redazione

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