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FIGC, l’ex proc. Di Lello: “Acerbi verrà punito. Peserà un precedente del 2021”

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L'avvocato manda un avviso alla tifoseria interista
Alex Iozzi

Marco Di Lello, avvocato ed ex procuratore aggiunto della FIGC, è intervenuto sulle frequenze di Radio Marte, soffermandosi in particolar modo sull'episodio di razzismo verificatosi domenica sera, durante Inter-Napoli, che ha visto protagonisti  Francesco Acerbi e Juan Jesus - vittima della situazione -.

"La squalifica di dieci turni sarebbe il minimo", le parole dell'avvocato Di Lello a Radio Marte

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Di seguito quanto dichiarato:

Sul caso Acerbi dico che la Procura avrebbe potuto agire anche autonomamente, ora è chiamata a farlo su impulso del giudice sportivo. Dopo le indagini sentirà i due protagonisti e quindi si passerà al provvedimento. Secondo me peserà un precedente per un caso molto simile. Si tratta di una sentenza della Corte Federale di appello a sezioni unite – una sorta di corte di Cassazione del calcio - del 5 maggio 2021 sull'episodio di offesa razzista durante la partita Pisa-Chievo. Dopo il proscioglimento in primo grado, perché il Tribunale richiedeva l’esistenza della certezza della prova, le sezioni unite della Corte federale d'appello sottolinearono un principio per cui nel processo sportivo non c'è bisogno di andare al di là di ogni ragionevole dubbio e non c'è bisogno della certezza del fatto. Si può procedere per indizi che siano gravi, precisi e concordanti. E così il calciatore Marconi fu squalificato per dieci turni e la sentenza si fondò su tre pilastri: l'assenza di motivi di rancore precedenti tra i due calciatori, la certezza che fosse stato detto qualcosa e anche le scuse successive del colpevole. Mi sembra che questi capisaldi ci siano anche nel caso Acerbi-Juan Jesus.


Insomma, anche se non c’è scritto nulla nel referto arbitrale, anche se l’arbitro o i collaboratori non hanno sentito nulla e anche se non ci sono prove tv che hanno registrato il labiale del calciatore si arriverebbe alla squalifica del calciatore. A me è capitato di infliggere, per motivi analoghi, dieci giornate di squalifica a cui ho aggiunto - sempre per il ragazzo colpevole - alcune ore di rieducazione sociale e civile. La squalifica di dieci turni sarebbe il minimo, perché parliamo di razzismo, ed ovviamente avrebbe ripercussioni sulla partecipazione di Acerbi agli Europei. L'articolo 2 dello statuto della Federcalcio - dove ci sono i principi fondanti del calcio - promuove l'esclusione di ogni forma di discriminazione. L’articolo 28 del codice di giustizia sportiva prevede che la lotta al razzismo sia punito in modo chiaro e credo che l'episodio contestato di domenica possa essere ancora più grave perché è avvenuto proprio nella settimana in cui la Lega calcio aveva promosso una campagna contro il razzismo. Se poi fosse vero quanto ha detto Juan Jesus, e cioè che per Acerbi quella non sarebbe un’offesa particolare, confermerebbe che la battaglia culturale è tutt'altro che vinta in questo paese”.

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