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Eugenio Albarella, ex preparatore atletico del Napoli, è intervenuto a “Fuori Gara”, t

Eugenio Albarella, ex preparatore atletico del Napoli, è intervenuto a “Fuori Gara”, t

Eugenio Albarella, ex preparatore atletico del Napoli, è intervenuto a “Fuori Gara”, trasmissione dedicata al Calcio Napoli in onda su Radio Punto Zero, dal lunedì al venerdì, dalle 14.00 alle 16.00, condotta da Michele...

Redazione

Eugenio Albarella, ex preparatore atletico del Napoli, è intervenuto a “Fuori Gara”, trasmissione dedicata al Calcio Napoli in onda su Radio Punto Zero, dal lunedì al venerdì, dalle 14.00 alle 16.00, condotta da Michele Sibilla e Fabio Tarantino. Ecco quanto ha affermato:

“Il Napoli riesce ad esprimere grande calcio e questo permette al gruppo di esaltare tutte le proprie potenzialità. I giocatori si divertono, fanno le cose con piacere e questo è un gran vantaggio. C’è grande attitudine al lavoro da parte di tutti. Il Napoli gioca da grande squadra pur non essendo ancora grande squadra. Quel che manca è la storia. Andrò controcorrente, ma col Torino non mi è piaciuto lo specchiarsi dopo l’1-0, il Napoli giocava quasi con sufficienza in zona gol. Una grande squadra quando azzanna l’avversario deve “finirlo” evitando nuovi epiloghi come quello contro il Sassuolo.

A prescindere dalla classifica finale la stagione del Napoli resterà importante, parliamo di una squadra che potrebbe concludere il proprio campionato ad 86 punti. Leggendo le statistiche mi sono reso conto che Roma, Juve e Napoli sono grandissime squadre con caratteristiche differenti.

Mi sono accorto che, scrutando i parziali della classifica, queste tre squadre si sono quasi sempre equiparate con delle eccezioni: nelle prime sei partite la Roma ha fatto dieci punti, ovvero dopo l’eliminazione dalla Champions League, mentre il Napoli ha avuto le maggiori difficoltà subito dopo l’infortunio di Milik.

Con l’eventuale terzo posto la programmazione metodologica della squadra non cambierà, si tratterebbe solo di anticipare di una settimana il lavoro. Il problema è che a metà agosto ci saranno già gare decisive e quindi, più che l’aspetto fisiologico, andrà gestita la pressione mentale di determinate gare”. REDAZIONE - Antonio De Crecchio.