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Non c’è mai stata partita, come del resto si evince automaticamente dallo squilibrato risultato f

Non c’è mai stata partita, come del resto si evince automaticamente dallo squilibrato risultato f

Non c’è mai stata partita, come del resto si evince automaticamente dallo squilibrato risultato finale (6-0). Il Napoli aveva in corpo la rabbia per la sconfitta in Champions League e voleva rispondere a tutti i costi alle vittorie di...

Redazione

Non c'è mai stata partita, come del resto si evince automaticamente dallo squilibrato risultato finale (6-0). Il Napoli aveva in corpo la rabbia per la sconfitta in Champions League e voleva rispondere a tutti i costi alle vittorie di Inter e Juventus, per rimanere saldamente e con merito nel terzetto di testa della classifica, ancora a punteggio pieno dopo le prime quattro giornate del campionato. Il Benevento è sceso invece in campo paralizzato dalla paura e dall'emozione per il suo primo derby campano di serie A al San Paolo in 88 anni di storia. C'erano dunque tutti i presupposti per una gara a senso unico, come del resto s'è poi rivelata durante i 90' di ieri pomeriggio a Fuorigrotta: in cui hanno recitato un ruolo da protagonisti anche i 50 mila tifosi in tribuna, che hanno dimostrato l'infondatezza totale dei timori per l'ordine pubblico paventati alla vigilia.

E' stata innanzitutto una festa di sport, al di là dello show azzurro e della brutta figura rimediata dalla squadra di Baroni, penalizzata oltretutto dalla emergenza, per le tante assenze che hanno reso ancora più fragile la resistenza dei giallorossi. Ma il colpo del ko è stato il gol confezionato in meno di 3' da Mertens e Allan: i due grandi esclusi a Charkiv, nell'amara trasferta di Coppa in Ucraina. Lasciarli fuori era stato un errore e Sarri ha avuto un'ulteriore conferma di avere dosato male il turn over risparmiando i suoi titolarissimi per la sfida sulla carta più facile e poi dominata dall'inizio alla fine.

Dopo poco più di 30' il Napoli era già avanti di quattro gol: con il facile tap-in di Allan (nono azzurro ad andare a segno in questa stagione), un autentico gioiello di Insigne, il tris di Mertens sotto misura e il poker firmato da Callejon, sull'assist di Ghoulam e al termine di una delle azioni più spettacolari della gara. Non pervenuto il Benevento, il cui unico segnale di reazione è stato un tiro fuori misura di Coda, abbandonato al suo destino in avanti. Partita da senza parate e voto per Reina, che ha continuato a fare da spettatore pure durante la ripresa, in cui Sarri si è permesso il lusso di far tirare un po' il fiato a Insigne, Callejon ed Allan, in vista del turno infrasettimanale con la Lazio di mercoledì sera all'Olimpico. Ma il bombardamento alla porta di Belec è continuato lo stesso e sono arrivate altre due reti per gli azzurri, su due calci di rigore conquistati da Giaccherini e Ounas: subentrati benissimo. In entrambe le circostanze sul dischetto si è presentato Mertens, dopo aver discusso un po' troppo con l'altro rigorista designato (Jorginho) ed avere ignorato l'invito generale partito dalla panchina e dalle tribune di lasciare almeno la seconda occasione a Hamsik, bisognoso di sbloccarsi. "Non me ne sono accorto e comunque questa volta toccava a me andare al tiro..", ha spiegato alla fine il centravanti belga, che aveva una voglia matta di riscattarsi dopo l'esclusione in Champions. "E' presto per guardare la classifica, però era importante restare in vetta".

Il Napoli ci è riuscito in grande stile, centrando il suo nuovo record di vittorie di fila in campionato: 9, comprese le cinque del finale del torneo scorso. Gli azzurri hanno inoltre il migliore attacco della serie A e hanno subito finora solo 2 reti in 4 partite. In crescita pure Hamsik, che ha costretto Belec a due parate difficili e in campo ha corso più di tutti: 12 chilometri. Tutto da rifareper il Benevento, invece: mercoledì arriva al Vigorito la Roma e Baroni spera di recuperare qualche infortunato. Oppure si fa dura. La batosta subita al San Paolo può lasciare il segno. Foto Sscn - Repubblica.