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Il dibattito in città è aperto: difesa a uomo oppure a zona? Come fosse una moda, un nuovo punto d’i

Il dibattito in città è aperto: difesa a uomo oppure a zona? Come fosse una moda, un nuovo punto d’i

Il dibattito in città è aperto: difesa a uomo oppure a zona? Come fosse una moda, un nuovo punto d’interesse, un argomento da affrontare con dovizia di particolari, mica superficialmente. L’eredità della doppietta di...

Redazione

Il dibattito in città è aperto: difesa a uomo oppure a zona? Come fosse una moda, un nuovo punto d’interesse, un argomento da affrontare con dovizia di particolari, mica superficialmente. L’eredità della doppietta di Sergio Ramos è la seguente: quante colpe ha, il Napoli? Poteva fare di più? In che modo? I tifosi si scatenano, sui social o per strada, riempiono la giornata provando a rispondersi a vicenda, facendosi forza con tesi più o meno coerenti, ricercando ovunque cause alla base dell’eliminazione dalla Champions League.

L’opinione del tattico Adriano Bacconi è la seguente: «Con episodi prevedibili ed un atteggiamento difensivo sistematicamente sbagliato, il Napoli sta compromettendo quello che di buono riesce a costruire durante ogni partita». Marcatura a uomo oppure a zona? «Ci sono squadre che possono difendersi a zona perché hanno in organico giocatori strutturati ed altre, come il Napoli, più fragile fisicamente, che possono sopperire al gap fisico con una "zona mista" e con marcature più rigide.

La mia critica, costruttiva, è la seguente: al di là del valore di Sergio Ramos, che conosciamo tutti, se gli concedi capacità di prendere la rincorsa, staccare e colpire liberamente, è chiaro che valorizzi ulteriormente le sue qualità ». Possibili soluzioni? «Se un giocatore lo avesse contrastato dall’inizio e un altro avesse aggredito la palla, i più alti e non certo Hysaj, il Napoli avrebbe potuto ridurre il rischio di subire gol.

Ma la squadra di Sarri ha subito reti simili anche da avversari più deboli del Real Madrid, dunque è l’intera strategia difensiva che andrebbe rivista alla luce dei risultati. Ma questo è solo il primo tema del discorso… ». E il secondo? «È legato alla costruzione della squadra. Il Napoli fa un grande gioco perché ha calciatori brevilinei, tecnici e veloci. Sul piano del possesso palla siamo tutti felici, ma con sette giocatori bassi su undici perdi inevitabilmente qualcosa dal punto di vista del contrasto e della tenuta fisica.

Non è un caso che nelle ultime settimane, in tutte le partite importanti, il Napoli abbia retto solo un tempo: con la Juve e col Real Madrid s’è fatto rimontare, con la Roma è calato vertiginosamente e con l’Atalanta non è neppure riuscito a passare in vantaggio». In conclusione? «Ogni partita dure novanta minuti, la valutazione di un lavoro va fatta complessivamente. Non si può guardare solo alla spettacolarità, il Napoli subisce sistematicamente gol per carenze strutturali croniche che non sono più casuali. Ecco, questo è il punto: quando si subiscono così tanti gol – anche da avversari modesti - non è più possibile parlare solo di sfortuna». Fabio Tarantino per il Roma.