Solo l'anno scorso era alla guida dello staff medico del Napoli. Oggi Alfonso De Nicola ricorda il suo passato con la squadra partenopea ed analizza il momento della compagine tra le difficoltà in campionato ed il numero di infortuni.
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De Nicola: “Milik e Ghoulam ritorneranno quelli che erano. Giocare ogni tre giorni è complesso”
L'ex membro dello staff medico del Napoli, Alfonso De Nicola, ha parlato ai microfoni di Radio Crc
Le sue parole
In diretta a 'Fuori la radio’, trasmissione condotta da Antonio Esposito in onda su Radio CRC, è intervenuto Alfonso De Nicola, ex medico del Napoli, intercettato dalla nostra Katia Vitale, in diretta presso il centro Rigenera:
"Alfonso Giordano è colui che ci ha seguito in questi ultimi anni, mi ha instradato su molte cose, quindi ne ho approfittato. Abbiamo potuto utilizzare, nei nostri lavori di ricerca, i ragazzi che lavoravano e che facevano calcio con il calcio Napoli. Non sono al Napoli da giugno, quindi non conosco le metodiche utilizzate da quando sono andato via, ma credo siano le stesse. Non posso sapere quali siano le cause degli svariati infortuni, ma sicuramente la motivazione non è perché sono andato via. La prevenzione la fanno benissimo e son sicuro che continuino con le stesse metodiche di prima. I fisioterapisti sono gli stessi, i medici sono gli stessi che lavoravano con me, quindi credo sia solo un caso. Milik e Ghoulam? Fino a giugno stavano molto bene, si impegnavano e si dedicavano alla loro attività con il massimo impegno. Il lavoro paga sempre, quindi e sono ben guidati nel lavoro che fanno, ritorneranno quelli che erano. Se la società del napoli accentrasse tutti i poteri in De Laurentis sarebbe un bene".
De Nicola tra passato e presente
"Il Napoli viene da una Serie C, questo significa che il Presidente ha fatto molto ma molto bene. Tutti i componenti dello staff sono sempre stati scelti da me, quindi avevo pieno potere decisionale. Ho presentato vari progetti. La collaborazione con lo staff è fondamentale anche con la prevenzione. Se siamo stati 5 anni con Reja e 5 con Mazzarri vuol dire che qualcosa c'è stato. Sono due persone eccezionali, che ci hanno dato la possibilità di lavorare sinergicamente. Durate il periodo Mazzarri c'è stata una crescita esponenziale della squadra, soprattutto morale. Le figure sono figure che vengono fuori in momenti brutti, perché in quel momento devi avere l'esperienza e capire come affrontare un certo episodio. I ragazzi subiscono degli stress incredibili, propri come i dirigenti. Non è facile dirigere un gruppo di persone, l'impegno è massiccio. Le persone che sono al Napoli sono tutte i grado di superare questa piccola crisi, sono tutti vincenti.. Devo ringraziare il Presidente e chi mi ha dato la possibilità di lavorare nel migliore dei modi. Devono credere in quello che fanno ed andare avanti nel migliore dei modi. Non credo alla fortuna e alla sfortuna, ma credo ci sia un pizzico anche di questo in merito ai numerosi infortunati. Bisognerà vedere a fine campionato cosa diranno le statistiche".
Sulla società
"Sono molto legato al mio territorio, a Napoli, e questo mi condiziona nelle scelte qual'ora venissero delle offerte da altri territori. L'efferata da valutare potrebbe essere sempre valida, con un progettualità seria, come quella dei De Laurentis. Se ci sarà un'altra società che mi farà un altra proposta del genere accetterò con piacere. Ho due figli che sto formando per poterli inserire nel mondo del lavoro. Spero che arrivino delle proposte come quella del nostro Presidente, che mi ha dato la possibilità di crescere. Eduardo De Laurentiis è un ragazzo molto passionale, che ha dedicato la sua vita al Calcio Napoli. Merita rispetto. Giocare ogni tre giorni è una cosa molto complessa, era difficile per noi che eravamo nell'ombra, figuriamoci per loro. Spero ci sia questa sorta di rivalsa, anche morale. I calciatori sono gli stessi. La partita non significa solo andare in campo, ma l'allenamento, l'adrenalina, l'ansia, è come fare tre esami a settimana. La nazionale è uno stress pazzesco. Da un punto di vista mentale e psicologico, credo ci sia una pressione importante per ragazzi così giovani”.
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