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De Laurentiis: “Così scelsi Spalletti. Conceicao un depistaggio, Allegri voleva darmi lezioni”

De Laurentiis
Le dichiarazioni del presidente del Napoli durante la premiazione di Spalletti

Edoardo Riccio

Quest'oggi venerdì 24 marzo si è svolta alle ore 10:30 presso la Sala dei Baroni al Maschio Angioino di Napoli, la cerimonia di consegna della XII Edizione del Premio Nazionale "Enzo Bearzot". Si tratta di un prestigioso riconoscimento assegnato quest'anno a Luciano Spalletti ed organizzato dall'Unione Sportiva ACLI con il patrocinio della FIGC. Durante la celebrazione, è intervenuto anche De Laurentiis, presidente del club azzurro, per commentare il riconoscimento conquistato dall'allenatore italiano.

De Laurentiis: "Felice per il premio di Spalletti, resterà a Napoli"

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Di seguito le dichiarazioni del presidente del club azzurro: "Siamo partiti dal basso. Nel 1996 avevo immaginato di unire cinema e calcio. Così nel 1999 mi presentai con un assegno di 125 miliardi e Ferlaino mi fece causa (ride, ndr). Me ne ero anche dimenticato perché i miei figli si stavano laureando a Los Angeles. Poi nel 2004 ero a Capri per le vacanze e non sapevo che il Napoli fosse fallito. Vidi Gaucci che voleva comprare il club per 5 milioni. Appena ho saputo del fallimento, contro il parere di mia moglie e di mio figlio Luigi, che voleva impadronirsi di Hollywood e non voleva mi 'incasinassi', io andai avanti e gli dissi una cosa. 'Figlio mio, cosa vuoi che sia il calcio rispetto al cinema che è così complesso'. Così è partito quest'avventura bellissima partita 18 anni fa. Ricordo che da Los Angeles andavo in questi campetti del Sud a prendere sputi in testa e a chiudermi negli spogliatoi, pensai: pensa che passaggio di carriera... La mia famiglia contentissima (ride, ndr). Alla fine mia moglie è diventata tifosa, si strappa i capelli quando gioca il Napoli. Non si può vedere la partita con lei, mentre io sono 'inglese' nell'approccio".

Su Luciano Spalletti: "Sono entusiasta per il premio vinto da Spalletti. La mia è stata una felice intuizione. Ho dovuto depistarlo. Gattuso in quel momento non si sentiva bene e andai a Milano al Bosco Verticale per incontrare Spalletti, che avevo sentito già prima che andasse alla Roma e disse di no. Venne ad aprirmi e gli dissi: 'Luciano ho un grosso problema, se non si dovesse sentire bene Gattuso ho bisogno di te' .E lui: 'No, a giugno vengo'. Alla fine gli strappai un sì anche per l'immediato se fosse servito. Poi siamo andati avanti fino a giugno perché sono un gentiluomo e non ho voluto segare Gattuso. Forse sarei andato prima in Champions se l'avessi fatto. Nel frattempo per depistare tutti passai per Conceicao, per Allegri che venne per quattro volti a farmi lezione di calcio nei miei uffici. E poi alla fine venne il bravo Luciano a riportarci tra i primi tre in Italia e anche quell'anno, lo scorso, poteva accadere qualcosa di diverso. Per quanto concerne lo scudetto, se le regole del calcio fossero diverse forse lo scudetto lo avremmo portato a Napoli già altre volte. Spalletti resterà a Napoli".

Sul futuro degli azzurri: "C'è sempre la proposta indecente...i numeri li fanno gli altri. Noi aspettiamo. Sono dei ragazzi straordinari. I miei contratti sono unici, vengono dal cinema, quindi nessuno si muove se noi diciamo di no. Vedremo".

Sulla Fifa e sulla Uefa: "C'è una bella serie tv che molti ignorano sulla quale bisognerebbe investigare. Quello che è successo per 20 anni non è detto che sia finito ed è gravissimo. Noi lavoriamo per i nostri tifosi che non vengono solo allo stadio ma ci sono anche quelli che seguono il calcio nello stadio virtuale".

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