Sulla riduzione delle squadre: "Non è riducendo la Serie A a 18 squadre che si risolvono i problemi. C’è un campionato della parte sinistra della classifica e uno della parte destra. Le squadre che rappresentano città con ventimila abitanti falsano il campionato. E poi resta sempre la questione degli extracomunitari. Bisogna resettare la Lega".
Sui diritti tv: "La comunicazione cambia di continuo e l’estensione dell’assegnazione da tre a cinque anni non è stata una cosa positiva. Qui le cose cambiano ogni dodici mesi e va fronteggiata anche la pirateria. Tra l’altro, pure i contratti all’estero sono bassi. Bisognerebbe cedere i diritti a un unico concorrente al prezzo più alto. Superlega? È stato lo strumento per far dire all’Europa che non esiste il monopolio.
Sui procuratori: "Le società devono poter essere i procuratori dei propri calciatori: se ingaggio un ragazzo di 17 o 18 anni, non posso fargli soltanto cinque anni di contratto, ma devo essere libero di metterlo sotto contratto per sette-otto anni. E se poi alla fine del periodo contrattuale vuole andare via, allora può andare. Devo decidere io, non i procuratori".
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