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De Laurentiis: “I problemi non si risolvono riducendo le squadre. Sui diritti tv…”

De Laurentiis
Il presidente azzurro ha parlato al margine dell'incontro con il club Napoli Parlamento commentando la scelta di ridurre le squadre della Serie A
Sara Ghezzi

Quest'oggi alla Federcalcio si è tenuto incontro tra il presidente Gabriele Gravina e i rappresentanti di Inter, Milan e Juventus. Le tre squadre sono uscite allo scoperto con la decisione di ridurre le 20 squadre di Serie A a 18. Il presidente del Napoli De Laurentiis ha parlato al margine dell'incontro al cospetto dei membri del Napoli Club Parlamento. A seguire le sue parole riportate da Il Corriere dello Sport.

De Laurentiis: "I problemi non si risolvono riducendo le squadre"

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"Intanto servono l’azzeramento totale della legge Melandri e il varo di una normativa sugli stadi: sono le priorità assolute. I sindaci dei comuni devono prendere atto del fatto che gli impianti sportivi dovrebbero diventare beni a disponibilità gratuita di chi vuole investire 10 milioni di euro".


Sulla riduzione delle squadre: "Non è riducendo la Serie A a 18 squadre che si risolvono i problemi. C’è un campionato della parte sinistra della classifica e uno della parte destra. Le squadre che rappresentano città con ventimila abitanti falsano il campionato. E poi resta sempre la questione degli extracomunitari. Bisogna resettare la Lega".

Sui diritti tv: "La comunicazione cambia di continuo e l’estensione dell’assegnazione da tre a cinque anni non è stata una cosa positiva. Qui le cose cambiano ogni dodici mesi e va fronteggiata anche la pirateria. Tra l’altro, pure i contratti all’estero sono bassi. Bisognerebbe cedere i diritti a un unico concorrente al prezzo più alto. Superlega? È stato lo strumento per far dire all’Europa che non esiste il monopolio.

Sui procuratori: "Le società devono poter essere i procuratori dei propri calciatori: se ingaggio un ragazzo di 17 o 18 anni, non posso fargli soltanto cinque anni di contratto, ma devo essere libero di metterlo sotto contratto per sette-otto anni. E se poi alla fine del periodo contrattuale vuole andare via, allora può andare. Devo decidere io, non i procuratori".

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