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Palmeri: “De Laurentiis si sente un domineddio. I rinnovi dove sono?”

de laurentiis
Il giornalista di Sportitalia ha attaccato il patron azzurro che è stato il protagonista dell'estate del Napoli con le sue dichiarazioni
Sara Ghezzi

Tancredi Palmeri nel suo editoriale per Sportitalia ha parlato duramente di Aurelio De Laurentiis che quest'estate è stato il vero protagonista del Napoli. Il patron azzurro si è preso la scena con dichiarazioni anche forti sui rinnovi e sugli agenti. A seguire le sue parole.

Palmeri: "De Laurentiis si sente un domineddio. I rinnovi decantati dove sono?"

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Quando vinci uno scudetto come ha fatto De Laurentiis Napoli, è normale sentirsi un domineddio che cammina in terra. E non che Aurelio effettivamente non abbia alcune tracce di deità, vista la capacità pluriennale di tenere i conti in maniera perfetta ed essere competitivo (pur senza l’obbligo di vittoria che attiene invece alle strisciate del Nord). Tuttavia, quando sei in tale trance agonistica, il rischio sempre in agguato è quello di sentirsi al di sopra degli eventi, delle situazioni, delle tue possibilità. È evidente che è quello che sta succedendo al presidente del Napoli: se fate bene mente locale, è praticamente dall’inizio dell’estate che il tempo dei nostri giorni andati sotto l’ombrellone viene scandito dalla periodica attesa o quasi annuncio di un importante rinnovo del contratto di uno dei big del Napoli. Poco ci manca e abbiamo quasi consumato più imminenze del rinnovo di Osimhen, che angurie.


Sui rinnovi

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Da quanto abbiamo letto ormai l’espressione “Osimhen, il rinnovo è fatto”? Eppure siamo al 9 settembre e ancora non c’è stato nessun rinnovo. Ora, siamo sicuri che indubbiamente la situazione sarà matura o quasi. Ma è evidente che le cose così lisce non sono andate. Che sia sullo stipendio totale, o molto più probabilmente sia sulla cifra finale della clausola rescissoria, o ancora di più sui dettagli di quando e verso chi quella clausola vada in atto, la morale della favola è che il rinnovo così tanto liscio non è stato. Ma il punto è che fosse solo quella la questione, si capirebbe anche vista la dimensione dell’eventuale affare sul nigeriano. Invece nessun rinnovo per Osimhen ancora, nessun rinnovo per Zielinski ancora, nessun rinnovo soprattutto per Kvaratskhelia.

Il polacco sembrava avesse già firmato prima di ieri, e invece ancora nulla. Per carità, arriverà, ma di fatto è persino costato le ire funeste dei sauditi, forse inutilmente irretiti dalla risposta provocatoria di De Laurentiis all’offerta per il nigeriano. Un atto inutilmente derisorio in sede di calciomercato, che si è rivelato persino controproducente per il Napoli nell’affare Gaby Veiga.

Sul contratto di Kvara

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E poi soprattutto c’è che Kvara. Guadagna 1 milione e mezzo di euro all’anno, è stato il miglior calciatore dell’intero campionato passato, forse la miglior ala del calcio europeo, sicuramente la migliore più giovane, e allora pur nel comprendere la politica accurata sugli stipendi del Napoli, qual è il senso di non andare a negoziare un rinnovo il cui beneficio è soltanto a favore del Napoli? Gli agenti del calciatore sono stati impeccabili nel dare bordone alla periodica uscita squadernata da social del club, tuttavia pare improbabile che i giornalisti si siano inventati di punto in bianco nel corso dell’estate una trattativa e una conclusione sul rinnovo. E scrivo conclusione perché già ai primi di luglio sembrava praticamente cosa assodata per addetti lavori, tifosi etc., che fosse arrivato il rinnovo. Inutile prendersi in giro: un Kvara che rimanga solo a 1 milione e mezzo di euro, è soltanto una cambiale a scadenza per la cessione. Che visto il subordine del calcio italiano alle grandi del calcio mondiale, è ovvio che primo o poi arriverà. Ma quello non è un mistero, è una condizione che riguarda qualsiasi grande giocatore di una grande italiana. Ma non c’è niente di male nel provare a posticipare quantomeno il più possibile la dipartita. De Laurentiis si è guadagnato sul campo la possibilità di dare lezioni a tutto il calcio italiano. Ma a qualsiasi uomo di potere a qualsiasi livello è capitato di cominciare a collassare quando ha creduto di essere invincibile e al di sopra degli eventi.

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