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De Laurentiis: “Non sono il problema del Napoli. Futuro Mazzarri? Lasciatelo lavorare”

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Il presidente del Napoli è intervenuto in conferenza stampa direttamente da Castel Volturno per tenere fede alla promessa effettuata alla stampa e rispondere alle domande dei giornalisti: le dichiarazioni
Edoardo Riccio
Edoardo Riccio Giornalista 

Quest'oggi Aurelio De Laurentiis è intervenuto in conferenza stampa al Konami Training Center. Stesse modalità della consueta conferenza pre gara. Dunque, il presidente del Napoli ha mantenuto la promessa ed ha risposto alle domande poste dalla stampa a Castel Volturno.

Le parole di De Laurentiis

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Di seguito le dichiarazioni del patron dei partenopei: "Avevo detto che avrei spiegato tutto, ma siamo in famiglia. Dopo aver vinto uno scudetto, sempre avere la cultura del dubbio fa male al cervello. Certe cose non possono essere dette quando vengono recitate, ma ci sono sempre soluzioni, forse anche dopo la morte. Mi sono assunto tutte le colpe perché avevo fatto un contratto a Spalletti come Benitez. Ad un certo punto, ho esercitato l'opzione nel suo contratto, che non è un fatto bilaterale, ma unilaterale ed ha un valore. Con entrambi prevedeva un ulteriore anno per un'altra stagione. Entro in un termine predeterminato ed avevo il diritto di esercitarla con una comunicazione scritta in modo legale e dovuto in pura esecuzione giuridica. Siamo andati in ritiro in Turchia ed abbiamo fatto due mesi meraviglioso, ma a marzo abbiamo iniziato ad avere un calo. La grande star era stata Kvara, ma a partire da quel periodo non ha segnato come prima. Riconosco a Spalletti che dopo un primo anno di clining di personaggi che remavano contro, ma Luciano come Benitez ha deciso di dormire qui, non disperdendo il proprio tempo in rivoli e stare costantemente suo pezzo. Oltre a distribuire nelle sale cinematografiche, vorrei un suggerimento circa il film che sto realizzando e che dovrebbe uscire ad aprile. Ad un certo punto questo impasto da cuocere non lievitava come ipotizzato. Ci rimango malissimo per l'uscita dalla Champions, mi aspettavo di vincere. Per quale motivo non dovevo andare in finale? Sono rimasto dispiaciuto. Vincere lo scudetto è bellissimo, ma la Champions è una roba da declinare per il campionato Mondiale della Fifa che vale 100 milioni".


"Al Maschio Angioino, durante la premiazione del Premio Bearzot, affermai che Spalletti sarebbe restate e non mi smentisce. Dopo le gare in campionato e in Champions non causate dagli arbitri. Mi sento fortunato e ricco nella vita, però sono un uomo libero, non mi importa degli arbitri. Poi arriverà un momento in cui il Var, la Uefa, la Federcalcio dovranno ragionare diversamente. La Superlega è sbagliata, ma quando ho incontrato Florentino gli ho attribuito il merito di aver scatenato una reazione. Ha avuto la soluzione a tutti i problemi di fronte alla Corte europea, stiamo studiando una nuova competizione che può arrivare a 100 miliardi di entrate".

"Tornando a Spalletti, dopo il 18 aprile, spiegai di stare con lui per risollevare il morale. Mandai giuridicamente l'esercizio dell'opzione in via Pec per la prossima stagione. Mai avrei creduto nella cena del 12 maggio che avesse avanzato l'idea di prendersi un anno sabbatico e riposare. Non siamo ad un gioco di società, quando si cerca un nuovo allenatore, bisogna comprendere la sua volontà. Volevo trovare un modo per trattenere Spalletti giuridicamente ed amichevolmente. Avevo il dubbio che Gravina lo avesse contattato... Il mio errore è stato non imporre la mia esercitazione dell'opzione, poi ci sarebbe stata una causa e forse avrebbe abbandonato, ma avrei dovuto tenere il pugno fermo. Sembra che volesse andare via, Kim si sapeva sarebbe stato ceduto, è venuto qui con un'opzione per questo motivo. Inoltre, quest'anno la Champions è diversa rispetto alla passata stagione".

Perché Spalletti voleva lasciare il Napoli? "Ha immaginato che da quanto fatto in azzurro forse avesse estrapolato il massimo dal gruppo, naturalmente dal suo punto di vista. È umano per uno che non ha mai vinto nulla in Europa forse uscire dalla scena vittorioso. Se poi avesse già pregustato di firmare con Gravina, non posso pensare sia così". Segnali incoraggianti per il futuro del Napoli? "Vedo avanti il 2030, sto immaginando ciò che devo fare perché in quell'anno il Napoli sia economicamente in grado di avere i mezzi per competere con le più forti del mondo. Questo è il mio obiettivo. Molti ci hanno accusato di non investire sui giovani, ma girare calciatori in Italia è un merito. Mai mi sono permesso di offendere Napoli, sono sempre stato l'alfiere della napoletanità. Ma vedo che ci sono critiche non da tifosi, perché bisogna accompagnare sempre questa squadra. Chiudo il bilancio in positivo con 87 milioni. Quando leggo molti articoli sento tante critiche nei confronti del club e mi dispiaccio tanto. Quando ho ingaggiato Giuntoli, nessuno si è permesso di dire 'Chi è sto signore', nascondendo di essere juventino dalla nascita. Sono sempre a sua disposizione". Non venne il dubbio che Spalletti volesse andar via? "Ho esercitato l'opzione per alleviare le partite negative con il Milan. Ho un carattere difficile, ho abituato il mio carattere a sopportare e supportare. Il carattere di Luciano forse ha bisogno di andate a briglie sciolte".

Scelte relative allenatore difese dal suo carattere? "Motta era nella lista dei nostri eventuali allenatori, ma in una conversazione a Roma l'anno scorso mi disse che avrebbe puntato ad allenare squadre fuori dall'Italia come il Psg. Quando è venuto da me l'agente di Enrique, abbiamo parlato tanto, ma ha preferito i parigini. Ci sono dei club più blasonati che hanno una maggiore attrazione. A Dragusin ho offerto più soldi del Tottenham, ma ha preferito la Premier e di fronte a questi episodi non si può combattere. Dunque, il problema di quando ci sono due caratteri antitetici non regge, soprattutto perché fungono da base per ogni sfida. Poi non sono un tuttologo, sono un imprenditore che si interessa della propria impresa. Non mi si può dire che intervengo troppo, voglio capire le tipologie di problemi ed intervenire per la risoluzione. I famosi 37 milioni investiti li ho messi io non l'Unicredit, feci io i famosi assegni circolari. Appartengo al mondo del fare lasciando libertà agli altri. Il Napoli è colmo di collaborare, Meluso è una grande persona, Micheli è un personaggio d'oro. Mi avete detto che Lindstrom non potesse giocare come ala, ma non è così". Quale sarà il De Laurentiis l'anno prossimo? "Lo stesso di colui che ha gestito il Napoli in tutta la sua presidenza. All'inizio non conoscevo bene il calcio, ho avuto l'aiuto di Marino e Bigon. In quel di gennaio, quando Gattuso non stava bene andai a trovare Spalletti e lo convinsi suo malgrado che se non si fosse trovato un problema per Ringhio, aveva la possibilità di subentrare. Strappai un ok, ma preferirei continuare con Gattuso pur non qualificandoci in Champions. Dopo il terzo posto di Spalletti, misero fuori uso la sua macchina e si disse che sarebbe dovuto andar via. Napoli è una città complessa, si deve avere la capacità di ascoltare tutto. Penso di portare avanti quest'anno secondo la mia cultura sempre. Se non ci fossi io, non si farebbe lo stadio; se non ci fossi io, non si potrebbe pensare di fare un centro sportivo come quello del City. Le leggi sono troppo stringenti, questo è il problema". Serie A come la Premier? "Lo dico da 10 anni. Una volta creato qualcosa in Europa, bisogna tutelarla. Noi non ne vogliamo sapere dei tifosi che vanno allo stadio, i quali fungono solo come voti ai politici. Sono d'accordo con un modello alla Premier. Azzerare la Melandri poiché ha rovinato cinema e calcio. In Italia si è costretti a creare dei bandi per un minore introito delle squadre di calcio, abbiamo svenduto il campionato italiano. Non siamo strutturati come una confederazione, la Lega è inesistente. Non è il problema del numero di squadre, ma il livello di queste: sono sempre le stesse e si sottrae competitività alla competizione. Copiare l'NBA? Allora cambiamo il mondo del calcio. Mi sono sempre battuto su alcune tematiche, ma solo ora sono emerse. È un mondo rarefatto, senza logica. Sono propositivo e questo diventa un problema".

Rapporti non sereni con Spalletti nell'ultima stagione? "Ma che tipo di rapporto dovevo avere con Luciano con tutti quei punti di vantaggio? Mai avuto motivi di contrasto con il tecnico. Non entro nel merito delle sue considerazioni. 'È stato faticoso, mi sono impegnato tanto, mi lasci andare': questo mi.ga detto. E se invece avesse pensato 'Chi mo' fa fa'? È umano, è l'unica cosa che ha lenito questa decisione. Non guardo le penali, sono sempre in mano agli avvocati". Garcia? "Credo sia stato il miglior allenatore della Ligue 1 nel 2011 e nel 2013. Dopo tre anni, è stato esonerato, a Roma con uno spogliatoio mica facile da gestire. Finale di Europa League con il Marsiglia contro l'Atletico. Nella stagione 2019/2020 semifinale di Champions con il Lione. Cosa avrei dovuto fare nel momento in cui a Capodimonte Rudi disse che non aveva mai visto il Napoli? Più avanti volle andare verso un nuovo percorso, senza utilizzare i nuovi acquisti. Se avessi subito mandato a casa, cosa avreste pensato? Rivoluzione! Ho cercato di dare a Garcia delle opportunità, quando ha ascoltato i miei richiami andava bene. Ho esonerato Rudi perché negli spogliatoi disse 'mi lasci fare" con quel tono francese nel corso di Napoli-Empoli. I toscani sono una squadra sorprendente con un ottimo vivaio". Se il Napoli avesse vinto la gara l'avrebbe ugualmente cacciato? "Mazzarri ha l'umiltà di capire determinati aspetti. Gli ho detto di replicare il gioco di Spalletti, ma comporta dei rischi per la sua prevedibilità. Alle spalle, tuttavia, c'è un gioco complesso, per chi prepara la gara è difficile". Motivo della conferenza odierna? "Dopo Monza mi sono assunto le responsabilità. Ho voluto spiegare l'errore commesso con Spalletti. Ho motivato la scelta di Garcia. Voglio vincere il più possibile e dare una dignità al Napoli. Combattiamo in un contesto ancora sbagliato, ma siamo l'unica squadra in Italia con un bilancio attivo e che gioca con squadre che non dovrebbero neppure iscriversi al campionato per i debiti. Fatturiamo meno del Milan, Inter e Juve, ma dobbiamo essere perfetti e ce la metteremo sempre tutta. Certo che quando in Lega si sente parlare delle squadre femminili, le quali sono state portate al professionismo con dei conti da pagare, si parla in modo sbagliato. Mi scontro con molti in Lega oltre che con Commisso o Percassi o Setti, dove sono i proprietari veri? Siamo governati da un consiglio di Lega dove c'è l'Empoli, l'Atalanta, il Milan e il Verona?".

Perché ingaggiare così tardi Mazzarri? Giudizio sul lavoro di Rongoni? "Esonerare un allenatore è sempre pericoloso. Con Rongoni parlai molto, Garcia disse di voler mandar via Sinatti. Quest'ultimo litiga con Rongoni e va via, fu un grande errore. Con il senno di poi, non si può andare avanti. Ho pensato tanto di esonerare Garcia molto tempo prima. A Rongoni ho fatto delle raccomandazioni, tra cui parlare anche con Sinatti". Rinnovo Kvara? "Ho chiamato il clan di Kvicha cinque mesi fa e ci siamo riuniti in ufficio. Ho riferito come avrei voluto prolungare il contratto, poi mi hanno detto di parlarne a fine stagione". Centro Sportivo? "Tra un anno e mezzo devo lasciare Castel Volturno. Non sono mai a Los Angeles da quando è iniziato il Covid... mi devo inventare delle serie TV italiane. Tra qualche mese devo terminare la progettazione del nuovo centro sportivo. Dopo aver trovato i trenta ettari, dovrò acquistarli. Per la questione stadio, ho parlato con Manfredi, se non me lo danno entro 120 giorni, lo costruirò altrove, forse ad Afragola, poiché ci sarà la stazione della metro. Sto valutando anche il litorale di Pozzuoli per quanto concerne il centro sportivo". Incontro con Florentino? "Parliamo da tanto, ma gli ho spiegato l'idea sbagliata della Superlega. Bisogna pensare ad un campionato parallelo. Siamo noi a dover imporre la nostra volontà, non sanno neppure fare il calendario". Futuro Mazzarri ancora al Napoli? "È un amico di famiglia. Ha capito che quando firmò per l'Inter, commise un errore. Amo profondamente Napoli, vorrei lasciare Roma per trasferirmi qui. Dove si trova un posto simile? Amo Los Angeles, ma è un'altra storia e a volte fa bene. Ma come si può pensare di avere il tempo a disposizione per visitare Napoli e la Campania. Sarà quel che sarà per il futuro di Mazzarri, per adesso non cerco nessun allenatore".

Questione Zielinski? "In estate mi ha detto che voleva restare, non ce l'ho a a morte con lui ma con Bolek. Non cambio considerazione su Piotr. Ho fatto un sacrificio enorme per Demme, a cui voglio bene, ci ha dato tanto, soprattutto con Gattuso". Nonostante la situazione, perché allora si è preso la colpa? "Sono responsabile della società, il rappresentante di questa. Vengo dal cinema, ho fatto una riunione di nove ore su un progetto nella giornata di ieri. Lascio molto spazio, se c'è da prendere decisioni, sono pronto a tutto". Un fallimento la mancata qualificazione alla Champions? "Quando ho iniziato la stagione, sapevo che sarebbe stata irripetibile. Per tornare vincenti sullo scudetto, bisogna impegnarsi, anche non entrando in Champions. Sono abituato a vincere, ma sono una persona normale. Impegno, investimenti adeguati e la valutazione della competitività del campionato sono necessari per vincere". Carattere di Aurelio causa della situazione non serena nell'ambiente? "Tutto è sereno nell'ambiente. Sono un imprenditore e partecipo alla mia attività interessandomene. Interpreto il calcio come il bisogno di alcune persone di riscattarsi. Sbaglierò forse nel fare il condottiero, ma se i soldi sono miei prendo io delle decisioni. Tutte le cose che tocco da imprenditore in una città dove ci sono stati tanti fallimenti. Il Napoli è una società pulita, non ho scheletri negli armadi. Do sempre seguito alla ragione, l'unica strada maestra. Se fossi il problema, mi metterei da parte. Non ho un brutto carattere, lo dimostrerò". Perché non si è mosso per tempo per avere il sostituto di Kim? "Ho incassato 42 milioni dalla sua cessione, anche se sapevamo che più un anno che sarebbe andato via. Giuntoli era separato in casa, da novembre aveva intimato di voler andare alla Juve. In quelle condizioni è chiaro che non si pensa al prossimo difensore di Kim. Era una destro e i destri possono giocare anche a sinistra. Non è facile trovare difensori centrali. La clausola degli extracomunitari è anche un altro problema, non è agevole ingaggiare un centrale con diversi requisiti. Non siamo qui per non fare le cose, ci daremo da fare".

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