Che lady McTominay fosse rimasta rapita da Napoli non è un mistero. Nella scorsa stagione ha ufficializzato l’arrivo in città con una foto al Maradona: “Forza Napoli. La nostra bellissima nuova città”. Sono seguiti weekend con le amiche in tutti i luoghi più suggestivi della Campania, dalla costiera amalfitana a Capri, passando per Sorrento. Michelle e Kevin, invece, si sono sposati nel 2017 in un hotel mozzafiato della penisola sorrentina. La vicinanza al luogo simbolo del loro amore potrebbe aver pesato nella scelta di Napoli, oltre a riscontrare nel capoluogo campano una città moderna, attrezzata per l’istruzione dei figli e dotata di ogni tipo di servizio e svago. Non a caso, Kevin è stato visto più volte mentre accompagnava il figlio Mason all’Academy Posillipo, dove si è spesso trattenuto anche a seguire gli allenamenti.
Il passaggio a Napoli dopo dieci anni a Manchester non deve essere stato semplice per la famiglia De Bruyne. Ma essere accolti da chi, come loro, ha intrapreso lo stesso percorso in passato deve averli aiutati. Le due famiglie, infatti, hanno fatto la stessa scelta di vita: hanno preso casa proprio nella zona di Varcaturo, in un parco privato estremamente tranquillo. Michele e Cam, da vicine di casa, sono diventate inseparabili nel giro di un paio di mesi. E, come fanno le amiche di vecchia data, si saranno scambiate anche i ristoranti da visitare. Michele non rinuncia almeno una volta a settimana a un pranzo o una cena a base di pesce a Marechiaro, come testimoniato dai suoi post Instagram, in cui appare al tavolo col marito. Sullo sfondo il golfo di Napoli e il gatto Silvestro, re del quartiere.
E chissà se da quella panchina, oltre a commentare il match di padel tra Cam e Michele, avranno anche parlato del centrocampo del Napoli. De Bruyne-McTominay sarebbe dovuta essere, nell’immaginario collettivo, la coppia schiacciasassi della serie A. Dopo una partenza da protagonisti (sono andati in gol entrambi nella prima giornata di campionato contro il Sassuolo), l’intesa è tardata ad arrivare. Antonio Conte, per non rinunciare alla qualità di entrambi, ha deciso di insistere sul 4-1-4-1. Ma se i numeri di De Bruyne continuano ad aumentare, anche grazie all’intesa immediata con Rasmus Hojlund, quelli di McTominay restano parecchio distanti dallo scorso campionato. Scott è andato in gol solo una volta in maglia azzurra. Mentre De Bruyne si è reso protagonista di 6 gol tra Napoli e nazionale, servendo anche 4 assist, con gli expected goal medi per partita a quota 0.33 (un dato da attaccante, se consideriamo che Lucca è fermo a 0.15 tra serie A e Champions). Di fatto, McTominay in questa stagione sta ricoprendo il ruolo di esterno alto a sinistra, ma, quando asseconda le proprie caratteristiche e va a riempire l’area di rigore, trova spesso le caselle piene. La sensazione è che McTominay non sia così decisivo come nella scorsa stagione, anche se i numeri dicono altro. Malgrado non vada in gol con facilità, Scott fa segnare un expected goal di 0.22 (l’anno scorso era di 0.28), 86% di passaggi riusciti e 45.2% di duelli vinti. Sarà che non ha preso parte alla preparazione estiva, sia a Dimaro che a Castel di Sangro: McT si è allenato prevalentemente a parte, non partecipando alle amichevoli. Sarà anche che, in questo avvio di stagione, non ha potuto contare su Romelu Lukaku. Il centravanti belga interpretava alla perfezione il gioco offensivo di Antonio Conte, aprendo varchi per l’inserimento dei centrocampisti. Sui 12 gol dello scozzese dello scorso anno c’è, senza dubbio, lo zampino di Romelu. Insomma, è vero che chi ben inizia è già a metà dell’opera, ma Scott ha tutto il tempo per trovare l’alchimia giusta con De Bruyne anche in campo. Del resto, fuori, funziona già tutto a gonfie vele".
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