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Covid, prof. Galli: “Da qui a un mese dovrebbe migliorare la situazione. Napoli in Champions? Mi piacerebbe”

COMO, ITALY - JUNE 26:  Doctor Massimo Galli at the club's training ground Suning Training Center in memory of Angelo Moratti on June 26, 2020 in Como, Italy.  (Photo by Marco Luzzani - Inter/Inter via Getty Images)

In diretta a Radio Punto Nuovo nel corso di Punto Nuovo Sport Show, trasmissione con Umberto Chiariello è intervenuto Massimo Galli, Direttore malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano. Ecco quanto si apprende dalla nostra redazione:...

Giovanni Ibello

In diretta a Radio Punto Nuovo nel corso di Punto Nuovo Sport Show, trasmissione con Umberto Chiariello è intervenuto Massimo Galli, Direttore malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano. Ecco quanto si apprende dalla nostra redazione:

Calcio e Covid, parla il prof. Galli

 Coronavirus GalliCredit: HuffPost

“Riapertura Olimpico per Euro 2020? Se non avessero fatto questa dichiarazione, l’Italia non avrebbe potuto ospitare. Vedremo cosa succederà con gli stadi aperti. SI spera che le vaccinazioni per quel periodo garantiscano la protezione della salute. Se ci impegniamo, è possibile che si possa ragionare. Da qui a un mese dovrebbe migliorare molto la situazione, siamo anche in condizione di poter prevedere aperture, che ora non si possono permettere.

Apertura graduale partendo con 1000 spettatori? La certezza per poter fare queste cose, deve arrivare dai numeri. Se Il numero di vaccinazioni è buono si può fare. Io vorrei che si fermasse questa massa di morte e di permettere agli ospedali di lavorare anche per altre malattie. Scudetto Inter? Lo scudetto non è ancora vinto, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Napoli e Fiorentina mi stanno simpatiche per 363 giorni all’anno.

Mi piacerebbe che il Napoli andasse in Champions. Gioco di Conte? Guardando le gare di ieri sera,mi viene da dire che per le italiane ancora non ci siamo. De Luca? Credo che abbia spesso idee interessanti, per quanto riguarda il discorso dei fragili e dei produttori, vale il discorso che se non abbiamo in sicurezza im settantenni, non si possono tenere a rischio delle persone con determinate situazioni. Dai 16 anni in giù non abbiamo i vaccini. I casi di morte che si sono verificati non sono legate ai vaccini. Ci sono più rischi quando fai una TAC che quando fai il vaccino”.