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Clamorosa rivelazione di Grobbelaar: “Fui costretto ad ammazzare, non posso svelare il numero di persone”

Clamorosa rivelazione di Grobbelaar: “Fui costretto ad ammazzare, non posso svelare il numero di persone”

Clamorosa rivelazione di Grobbelaar: "Fui costretto ad ammazzare, non posso svelare il numero di persone", i dettagli

Redazione

Bruce Grobbelaar, ex portiere del Liverpool, è passato alla storia per la finale di Coppa Campioni del 1984. Le sue movenze da clown sulla linea di porta, durante la lotteria dei rigori, furono determinanti per la vittoria finale dei Reds contro la Roma. Ma dietro alla sua figura si nasconde un'ombra.

La guerra segna per sempre la vita delle persone e Bruce Grobbelaar non fa eccezione. L'ex portiere del Liverpool fu costretto nel 1975, a 18 anni appena compiuti, a prestare servizio per 11 mesi nell'esercito del suo Paese natale (l'attuale Zimbabwe) durante la guerra civile in Rhodesia. Fu arruolato nell'esercito rhodesiano come scout, addetto a seguire le tracce dei guerriglieri antigovernativi di Robert Mugabe e fu costretto quindi a ucciderne parecchi per salvare se stesso.

In particolare, il ricordo del primo uomo ucciso raccontato in un'intervista al Guardian lo tormenta ancora: "Era il crepuscolo e quando il sole inizia ad affossarsi, vedi le ombre tra i cespugli. Non riesci a riconoscere granché finché non vedi il bianco degli occhi dei soldati. O vivi tu o loro. Spari, vai a terra e c'è uno scambio di proiettili. Poi senti delle voci che ti dicono 'Caporale, mi hanno colpito!' e fai per zittirle, altrimenti vieni ucciso tu e gli altri. Quando cessa il fuoco vedi corpi a terra dappertutto. La prima volta tutto quello che hai nello stomaco ti risale fino alla bocca!", ha detto dopo un lungo respiro.

Il conto delle persone morte per colpa sua si è perso: "Quanti ne ho uccisi? Non posso dirlo. Ho ucciso tante persone e per questo ho sempre vissuto la mia vita giorno per giorno. Posso solo pentirmi di quello che ho fatto, ma non posso cambiare il mio passato". A differenza sua, però, c'era chi viveva la guerra come una questione personale: "Un mio ex compagno tagliava le orecchie a ogni uomo che ammazzava e le metteva in un vaso... e aveva diversi vasi. La sua famiglia fu torturata e voleva vendetta".

Fonte : sportmediaset