THE DAY AFTER - Non è una tragedia. Al termine di Chievo Napoli, dopo lo 0-0, gli azzurri sono ancora in testa alla classifica e, parlare di tragedia o disfattismo è a dir poco scorretto. Lo è, altrettanto, chiudere gli occhi e far finta di niente. Il Campionato italiano lo conosciamo molto bene. Non tutte le squadre sono disposte a giocarsi la partita a viso aperto, non tutte, come si dice in gergo tecnico, si aprono. Anzi, si chiudono, fanno catenaccio, creano una linea di demarcazione difficile da superare. Ma è anche il motivo per il quale l'Italia è famosa per avere le difese migliori al mondo.
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Chievo Napoli – The day after. Soluzioni da trovare e qualcosa da correggere ma senza drammatizzare
Il "The day after" di Chievo Napoli ha portato con se troppo sconforto. Riparare ma senza drammatizzare
Ma se vogliamo appellarci a tutto ciò, commettiamo un errore di egual misura. Cosa è accaduto domenica alle 15 al Bentegodi? Si sono palesate alcune difficoltà.
BREVE, BREVISSIMA CRONACA - Il match ha raccontato davvero poco. Sarri ha subito mandato in campo Mario Rui a dispetto di chi aveva già fatto ipotesi a dir poco fantasiose. Il terzino ex Roma ha subito dimostrato di sapersi muovere anche se non ha potuto svolgere tutti e 90 minuti perché le gambe ancora non sono abituate. In porta Reina ha lasciato il posto a Sepe, a centrocampo Jorginho ha agito con Hamsik e Zielinski, squilibrando, forse, un po' gli equilibri. Là davanti nulla di nuovo, con il tridente dei piccoli. La gara è stata a tratti noiosa, tanto da far tendere l'orecchio e, a volte l'occhio, sugli altri campi. Quello della Juventus, che per un attimo ha regalato un sussulto con il gol di Ciciretti, e quello della Fiorentina, dove la Roma ha stravinto. I pochi sussulti azzurri sono stati prontamente fermati da Sorrentino e compagni. Solo Insigne ha regalato qualche vero brivido ma la storia del match ha davvero poco da raccontare. Perché Tomovic non si è perso un anticipo, perché Cacciatore ha sbagliato poco e niente e così via discendendo. Nonostante nessun sussulto per Sepe nemmeno Inglese ha sfigurato, il paradosso di una giornata ovattata.
RIFLESSIONI - E allora la riflessione è d'obbligo. Come si scuote una gara del genere? Come si vince? Probabilmente cercando di modificare qualcosa e fare, ancora una volta, un mea culpa collettivo. Tralasciando la fortuna, che è stata già abbondantemente rimproverata, le soluzioni si devono trovare. Se la società non ha messo in conto, questa estate, una nuvola nera di memoria fantozziana sulle teste di Sarri e i suoi, è pur vero che lo stesso tecnico dovrà far appello alla sua fantasia. La stessa fantasia che portò alla scoperta di Mertens centravanti. Il belga sente la pressione, è evidente. Le difese avversarie per forza di cose lo prendono di mira, e la sua forma fisica e psicologica ne risente. A centrocampo bisogna, forse, avere il coraggio di far ricaricare Hamsik, apparso alquanto spento in una gara in cui lui sarebbe dovuto essere il faro illuminante. Ounas c'è, esiste, ed ha anche delle giocate interessanti sulle spalle. E allora, forse, qualche minuto in più glie lo si potrebbe concedere. Quando le alternative esistono, il problema, se non si risolve, quanto meno si argina e si limita. Come dimostra la famosa fascia sinistra abbandonata tristemente da Ghoulam. Dopo alcuni giorni di delirio tattico, soluzioni bizzarre suggerite, e un taccuino virtuale pieno di appunti, è accaduto che Mario Rui, acquistato proprio per alternarsi con l'algerino sull'out di sinistra, ha giocato da titolare. E lo ha fatto come ci si aspettava facesse un degno difensore di un grande club. In avanti il problema esiste, come per stessa ammissione di Sarri (... "Oggi ci sarebbe servito Milik).
NESSUN DRAMMA - Senza palesare nessuno scarica barile tra il mercato e la mancanza di alternative tattiche, e senza, soprattutto, drammatizzare, va considerato che il Napoli ha tutte le carte in regola per proseguire in vetta. Basterà riunirsi intorno ad un ipotetico tavolo e tirare la cinghia fino a gennaio quando arriveranno soluzioni per Sarri il quale, nel frattempo, dovrà studiare come solo lui sa fare. Questo rimane, tuttavia, sul piano ipotetico, pecche il Napoli parte da una base solida, anzi, solidissima che è il suo gioco. Hamsik e compagni possono scalfire chiunque, sovrastare ogni tipo di gioco e di squadra, dare lezioni e spettacolo. Con la speranza che la sosta aiuti a raccogliere le energie mentali. Anche se, in realtà, sembra alquanto paradossale.
FOTO SSCN
REDAZIONE - Roberta Savarese.
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