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Chiariello: “Maradona era il Dio del calcio con l’umiltà dei poveri. Su Messi…”

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Così Chiariello a Radio Napoli Centrale: il suo editoriale

Giovanni Ibello

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale. Ecco quanto, delle sue parole, è stato evidenziato da CalcioNapoli1926.it:

chiariello

 

 

 "Cominciano le semifinali dei Mondiali. Questa sera si parte con un’inaspettata Argentina-Croazia e domani la seconda ancora più inaspettata Francia-Marocco. La polizia francese è in allerta perché si prevedono disordini. Due semifinaliste annunciate e due assolutamente no. Argentina e Brasile erano chiamate, così come Francia e Portogallo o Spagna. La Croazia è stata colpevolmente sottovalutata, sono vicecampioni in carica. È vero, Modric ha 37 anni, ma sta invecchiando bene a differenza di Cristiano Ronaldo colpito anch’egli dalla hubris che caratterizza anche Andrea Agnelli. Cristiano Ronaldo non si rende conto che l’eternità gli sarà data quando finirà di giocare, vedremo se entrerà tra i primi della storia - per me neanche tra i primi 10 - a differenza di Messi. Indiscutibilmente un fuoriclasse che ha coltivato soltanto l’io. Ho sentito l’intervista di Ibrahimovic che con tutta la sua tracotanza verbale e fisica, il suo imprinting sempre spavaldo, ha detto cose di una maturità straordinaria dove ha anteposto il noi all’io, pur sentendosi Dio. Lui riesce a coniugare le due cose, non come Cristiano Ronaldo e neppure Lionel ci riusciva.

Su Messi e Maradona

"Messi sembrava un po’ autistico in certi momenti, quando tutti si univano attorno a Mascherano lui si isolava con lo sguardo fisso del vuoto e io pensavo: ‘Che differenza con Maradona’. Oggi, a 35 anni con 10 anni di colpevole ritardo incarna finalmente il leader di questa squadra. Finalmente ha imparato a capire di dover essere il condottiero del ‘noi’, quel noi che predica anche Luciano Spalletti. L’allenatore del Napoli ha cercato di convincere grandi personalità che non conta partire tra quelli iniziali, ma il contributo che si dà alla squadra. Se c’è una cosa che insegna questo Mondiale è che i fuoriclasse sono determinanti se sanno prendersi le proprie responsabilità, ma all’interno del gruppo. Maradona era amatissimo dai suoi compagni perché non ha mai rimproverato nessuno di loro, aveva la capacità di essere il Dio del calcio con l’umiltà dei poveri. Chi ancora oggi pensa di equiparare Messi e Diego non riesce a capire la differenza tra un calciatore di sistema ed uno di antisistema che ha travalicato il significato del calcio stesso. Sono quei messaggeri nel mondo di bellezza, di arte. Andando a vedere le statistiche sui personaggi più conosciuti della storia, a fine secolo scopriamo che Maradona e Muhammad Ali erano più famosi di Papa Wojtyla: c’è chi sa calciare la palla divinamente, chi sa andare oltre la palla perché entra nell’immaginario collettivo di un pianeta intero. Maradona è planetario, Messi è un fuoriclasse".