
A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio intervenuto il noto giornalista napoletano Umberto Chiariello. Ecco quanto delle sue parole è stato evidenziato da CalcioNapoli1926.it:
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A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio intervenuto il noto giornalista napoletano Umberto Chiariello. Ecco quanto delle sue parole è stato evidenziato da CalcioNapoli1926.it:
"Ci avviciniamo ad un’altra gara complessa, Napoli-Lazio, il passato che ritorna. La grande bellezza di Maurizio Sarri ed il Sarrismo, concetto storico e storicizzato, un periodo storico calcistico, tutto napoletano, in cui l’allenatore ha rappresentato quel quid che, in genere, non rappresenta un allenatore. È stato l’incarnazione dello spirito di un popolo, popolo che adesso si sente tradito dopo l’esperienza alla Juventus e quella alla Lazio, proprio lui che si definiva un rivoluzionario, un Che Guevara. In spagnolo lo definirebbero ‘mentiroso’, ma io non credo, è solo gioco delle parti. Il vero Sarri l’abbiamo conosciuto solo qui, a Napoli lui è stato sé stesso, non un furbacchion e che ha preso in giro un popolo. Poi ha dovuto fare i conti con la propria carriera, andare alla Juventus avrebbe significato raggiungere quel titolo che lui ha sognato da giovane, quando lavorava in banca ed ha deciso di scommettere sulla sua passione, su sé stesso. Come lui è Serafino Perugino, il presidente del Napoli Futsal, uno che aveva un’attività di famiglia, nel settore dell’abbigliamento che sta portando avanti con successo suo fratello, e l’ha lasciata per inseguire il suo sogno: da ragazzo era sempre a letto, con le cuffie, a sentire il rock. Ha aperto una casa discografica, oggi Frontiers è affermatissima a livello internazionale ed ha trasferito questa passione in una squadra di Futsal del suo quartiere che, oggi, lotta per il titolo italiano e la Champions, con il figlio che è stato convocato in Nazionale. Maurizio Sarri, Serafino Perugino sono uomini che si sono messi in gioco, così come ha fatto Luciano Spalletti che dopo due anni di buon’uscita dell’Inter, con un’azienda agricola di alto livello, poteva tirare i remi in barca, ma l’ambizione gli rodeva dentro: quello di poter scrivere il suo nome tra gli allenatori titolati. L’anno scorso ci ha provato con una squadra un po’ stanca, ha fatto degli errori, così come dei calciatori e la società, ma la lezione è servita. Venerdì si incontrano due con un’identica concezione del calcio, giocare per vincere e fare la partita, difendersi salendo, con difese altissime, hanno dimostrato che questo modo di giocare è vincente perché, al di là del possesso palla, quel che conta è che il Napoli ha preso 15 gol in campionato e 12 volte ha avuto la porta imbattuta. La Lazio di Sarri, che in classifica è staccatissima, ha preso solo 19 gol, appena 4 in più. Addirittura, Provedel ha fatto 13 clean sheet: uno in più di Meret, quello che ha tenuto la porta inviolata più di tutti in questo campionato. La Juventus è la squadra che ha avuto più clean sheet di tutti, con 19 gol al passivo. Non sarà una passeggiata di salute incontrare la Lazio, anche se ha qualche assenza. Mi auguro che il Maradona possa applaudire Sarri, lui ci ha fatto divertire e gli siamo grati. Alla fine della giostra, temo più l’Atalanta che la Lazio, perché la Dea è una squadra meno bella, meno forte, ma molto più scorbutica, può creare apprensione. La Lazio gioca a calcio e contro il Napoli è quasi blasfemia, giocare contro il Napoli a viso aperto significa che un pugile bravo scende sul ring e vuol fare a cazzotti: on Foreman, Clay usò uno stratagemma: si chiuse in un angolo, si appoggiò alle corde che erano particolarmente resistenti e, dopo i continui attacchi e colpi, gli diceva ‘Questo sai fare? Pensavo fossi più forte’, lasciava che Foreman si stancasse. Ad un certo punto, esce 1-2 e lo butta al tappeto, era l’unico modo per battere il gigante. Qual è l’analogia? La Lazio non è capace di fare ciò che ha fatto Clay, accetterà la sfida a campo aperto e quindi non c’è partita: ecco perché penso che anche la Lazio dovrà inchinarsi di fronte a questo grande Napoli".
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