Il giornalista Umberto Chiariello, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Un Calcio alla Radio, trasmissione di approfondimento sui temi caldi in casa Napoli e non solo, in onda sulle frequenze di Radio CRC. Queste le sue considerazioni:
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Chiariello attacca Mazzarri: “Non lo stimerò mai, ci ha preso in giro tutti. Lui e Ulivieri odiosi”
Umberto Chiariello, giornalista, ai microfoni di Radio CRC ha attaccato fortemente Walter Mazzarri.
"Ce l'ho ancora tanto con Walter Mazzarri, per tutta la vita non lo stimerò. La gente falsa che ci prende in giro non la perdonerò mai. Quando è andato via, poteva tranquillamente dire che aveva fatto una scelta diversa per poter fare un passo nell sua carriera, se l'Inter per lui ovviamente era un miglioramento. Invece no, ci ha preso in giro tutti. All'Inter gli è andata malissimo per lui e per la società nerazzurra. Bastava dirlo, non era poi così difficile dire che voleva andare a Milano. L'onestà è sempre la miglior cosa, invece ci ha preso in giro con la storiella dell'anno sabbatico, quando il Napoli era in lotta con il Milan per lo Scudetto, certe cose sono di bassa lega".
"Era una persona antipatica. Lui e Renzo Ulivieri non brillavano di simpatia. All'epoca, ci litigai pure con quest'ultimo. Ulivieri si faceva esonerare una volta sì e un'altra pure, era nella sua indole. Avemmo una lite e non lo mandai mai in onda per rispetto del Napoli. Iuliano mi disse così: 'Va bè, è un tipo nervoso, lascia perdere". Mazzarri è un bravo allenatore, peccato che la testa non vada di pari passo con la sua bravura. E' una persona negativa, vede nemici dappertutto; sente sempre il cosiddetto "rumore" dei nemici. Quando uno dice: "E'uno schizzato", è perché quella persona non è serena mentalmente. Ecco, Mazzarri è sempre depresso, è cronico il suo problema. La parola più consona è 'tormentato'. Grande allenatore, a Napoli ha fatto bene, ma gli manca sempre qualcosa per poter vincere. Fui entusiasta quando firmò il contratto col Napoli, ma poi l'ho riconosciuto e non mi è piaciuto per niente. Gli è mancato sempre il salto di qualità. Il Torino è la dimensione che gli appartiene, ma ha sempre avuto il braccino corto".
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