Un campione vero lo riconosci subito. Perché è un campione prima e oltre il novantesimo. È un campione perché è, anzitutto, un uomo. È un giocatore vero, che conosce lo sport nei suoi principi più profondi. Ne sposa i valori, ne esalta le qualità.
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Un campione vero lo riconosci subito. Perché è un campione prima e oltre il novantesimo. È un campio
Un campione vero lo riconosci subito. Perché è un campione prima e oltre il novantesimo. È un campione perché è, anzitutto, un uomo. È un giocatore vero, che conosce lo sport nei suoi principi più profondi. Ne...
Dries Mertens è un campione vero. In campo è bravo, incredibilmente bravo. In campo si nota, perché segna, perché serve assist, si muove danzando nell'area di rigore, e corre all'indietro a più non posso alla ricerca del pallone. Il belga non ha preferenze: sulla fascia o al centro lui si adatta. Tecnicamente si plasma con il campo, e si esibisce esattamente come deve.
Ma per chi si fosse accorto di Mertens solo dallo scorso anno, a questo qualcuno vanno dette due paroline. Perché sicuramente non si è reso conto di ciò che era palese. Dries campione lo è nato. Perché quando ha cominciato a giocare nel Napoli di certo non era il calciatore più titolare della Serie A. Ma al suo ingresso in campo, il terreno di gioco si illuminava. Come un faro aggiuntivo, capace di oscurare tutto il resto. Anche senza gol, ma quella sua carica agonistica è sempre stata capace di caricare i compagni. Quelle mani, che si colpiscono in un applauso che sprona la squadra, che scuote le anime ed esalta i tifosi, sono magiche forse più dei suoi piedi.
E non importa se il giorno dopo si torna in panchina, da vero professionista Mertens rispetta le decisioni del suo allenatore di turno.
E, se a qualcuno fosse rimasto qualche minimo dubbio, durante la gara contro la Spal a Ferrara, Mertens ha dimostrato che la sue qualità nessuno potrà mai permettersi di discuterle. Non per un gol non arrivato, non per una prestazione non al top come sempre, ma per quella sua preoccupazione in volto all'infortunio di Milik. È un giovane ragazzo Dries, ha voglia di giocare sempre, e il suo diretto avversario è proprio il polacco. Ma alla caduta del compagno, il volto di Dries, con quelle lacrime trattenute, ha dimostrato che solo così, solo con certe dimostrazioni si cementa un gruppo, si crea l'armonia necessaria per vincere ed andare avanti. Perché lui in questo non è secondo a nessuno. Mertens il pallone in rete lo sa spingere con i piedi, con le mani, con il sorriso ed anche con le lacrime. Quelle stesse lacrime che solo un campione è vero può mostrare senza vergogna.
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