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Calzona: “Da piccolo tifavo Napoli, Di Lorenzo uno dei migliori. Futuro? Ecco il mio sogno”

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Intervista dell'allenatore del Napoli ai microfoni di Dazn: le dichiarazioni rilasciate
Edoardo Riccio
Edoardo Riccio Giornalista 

Alla vigilia della super sfida con la Roma, Ciccio Calzona ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Dazn. Numerose le tematiche trattate dall'allenatore del Napoli, il quale ha svelato diversi aneddoti e curiosità interessanti su alcuni azzurri e sul presidente De Laurentiis.

Le parole di Calzona

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Di seguito le dichiarazioni rilasciate dal tecnico: debutto col Barcellona? "Quel giorno son successe talmente tante cose che finché non ho stretto la mano a Xavi, non m'ero reso conto della partita che andavamo ad affrontare. Ma è stata una grande emozione esordire sulla panchina del Napoli contro il Barcellona: è qualcosa che non succede tutti i giorni.


Sulla vittoria con la Juve: "Chiaro che la soddisfazione principale è stata rendere felici per una sera tutti i tifosi del Napoli, almeno per una sera. A me principalmente interessavano i tre punti, ma è chiaro che farli contro la Juve mi ha dato grande soddisfazione, principalmente per i tifosi conoscendo la rivalità contro la Juventus. Vedere i tifosi uscire dallo stadio felici mi ha reso soddisfatto. Tanti amici juventini, amici stretti, vengono a vedere il Napoli e fanno il tifo per il mio Napoli. C'è un mio amico tifosissimo juventino che m'ha aspettato dopo la partita e piangeva dalla gioia: è stata la più grande soddisfazione, far piangere uno juventino dalla gioia dopo la sconfitta della sua squadra, chiaramente perché era contento per me!".

Su De Laurentiis: "Il presidente l'ho sentito nel viaggio mentre venivo a Napoli, lui è un fiume in piena. Mi ha detto tantissime cose, con me si sta comportando benissimo e non è assolutamente invadente. Con me è molto gentile, sono felice del rapporto che ho con lui".

Sul Napoli: "È stato il Napoli la squadra che tifavo da bambino, venivo a vedere da piccolo le partite allo stadio: venivo con i miei amici, eravamo minorenni e salivamo sui treni per venire qui. Avevo il mio idolo che era Massimo Palanca, c'era un motivo in più per venire a vedere le partite. Ora allenare il Napoli è per me motivo d'orgoglio. Questa è la terza volta che torno a Napoli, ma non mi sono mai staccato: mi sento sempre in debito, perché ogni volta che vengo è una festa! Viviamo un periodo non bellissimo ora, ma è poca la gente, quasi nessuno quando cammini per le strade che ti critica, anzi ti dà una pacca sulla spalla. Tutti. Non credo succeda da tutte le parti".

Su Kvara e Osimhen e sul Pallone  d'Oro: "Madre natura gli ha dato delle qualità sopra la media, io gli sto molto addosso perché cerco di fargli capire che il calcio è anche altre cose. Lui e Osimhen sono giocatori fantastici, è un piacere allenarli perché hanno qualità tecniche e fisiche importanti, anche Kvara. Quindi per me è una soddisfazione. Possono ambire alo Pallone d'Oro, ma devono migliorare ancora tanto perché vincere il Pallone d'Oro è qualcosa di grandioso. E secondo me qualcosina gli manca, sta a loro capire gli stimoli che gli posso dare io o gli altri allenatori per migliorarsi e raggiungere l'obiettivo che è l'apice per un allenatore".

Su Lobotka: "Un ragazzo di una intelligenza unica, in campo e fuori. In campo, non c'è bisogno di dirgli nulla, di ripetere l'esercitazione: dopo la prima volta ha già capito cosa fare, per un allenatore è eccezionale. Un professionista serio, arriva al centro sportivo alle 8 e va via fra gli ultimi".

Su Di Lorenzo e sullo scudetto conquistato: "Giovanni è uno dei migliori terzini d'Europa, a questo abbina la sua semplicità nei rapporti, le sue qualità umane uniche. A me piacciono le persone come lui, silenziose e che parlano poco. Accetta tutte le proposte, è quasi timido quando gli parli. Ed è stato il capitano di uno scudetto storico, come tutti ha subito un po' quest'annata travagliata ma 5-6 mesi non al massimo non cancellano le sue qualità umane, il suo attaccamento al Napli e le sue qualità tecniche che sono immense.

Sull'Europeo e sulla mania dei videogame: "Noi l'obiettivo con la Slovacchia l'abbiamo già raggiunto: non possiamo pensare di arrivare chissà dove, ma abbiamo gli obiettivi di passare il turno, poi se passiamo proveremo ad andare avanti. Ma se non dovesse essere così, non è un fallimento.  Ai calciatori chiedo professionalità, poi sono liberi nel tempo libero di fare ciò che meglio credono!".

Sui giovani allenatori: "Senza andare fuori dall'Italia, a me piace tantissimo Thiago Motta! Perché la sua squadra ha un'identità chiara, rispecchia le idee dell'allenatore: si vede che hanno idee ben precise, con una squadra giovane. A me piace tantissimo quando una squadra gioca allo stesso modo in casa e fuori e ha un'identità chiara".

Su De Rossi: "Sta dimostrando che è vero che già da giocatore era un allenatore, hanno più competizioni e ha fatto tantissimi punti in poche partite: posso dirgli solo bravo!".

Sui migliori calciatori dell'era De Laurentiis: "Mi vengono in mente Cavani, Lavezzi, Hamsik, Higuain. E poi Mertens-Insigne-Callejon. Hamsik è secondo me l'eleganza, la bellezza. Avrei pagato 50€ ogni allenamento: era una soddisfazione vedere le sue movenze. Di destro e sinistro calcia allo stesso modo, è elegante nella corsa. Siamo molto amici, amo il suo carattere: riesce a comunicare senza parlare, mi piace tantissimo come persona".

Sul sogno futuro: "Ho realizzato uno dei miei sogni realizzato, diventare allenatore del Napoli. Non chiedo niente di particolare: continuare a fare questo lavoro, ho una bellissima famiglia e la salute. Non chiedo altro".

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