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Calzona: “Il Napoli ha dei problemi, ecco cosa mi aspetto dalla squadra. Ritiro? Scelta condivisa”

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La conferenza stampa dell'allenatore del Napoli prima della gara con la Roma: le dichiarazioni rilasciate
Edoardo Riccio
Edoardo Riccio Giornalista 

Quest'oggi Ciccio Calzona, tecnico del Napoli, è intervenuto in conferenza stampa da Castel Volturno, alla vigilia della partita di campionato con la Roma. In seguito alla decisione del club di non incontrare la stampa prima di ogni gara, l'allenatore è tornato a sottoporsi ai quesiti dei diversi giornalisti sui temi caldi (sia tecnici che non) riguardanti la seconda gara del girone di ritorno e il campionato deludente degli azzurri. Impegno fondamentale per la squadra azzurra, a caccia dei tre punti per risalire la classifica e sperare ancora nella qualificazione ad una competizione europea.

La conferenza di Calzona

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Di seguito le dichiarazioni dell'allenatore italiano in conferenza stampa: Reazione da parte della squadra? "Il risultato di Empoli è stato duro. Abbiamo creato tanto, ma difeso male. Quella gara ha messo in luce alcuni problemi offensivi e sono preoccupato. Ho fatto presente ai ragazzi questo aspetto, i quali erano abbattuti ad inizio settimana. Abbiamo il dovere di migliorare e di finire bene la stagione. Gli allenamenti sono andati bene, anche se partiti sottotono. Siamo cresciuti, è tornato l'entusiasmo giusto. Dobbiamo prenderci le responsabilità adeguate, sono qui per questo. Spero venga fuori l'orgoglio contro una squadra che sta facendo benissimo. Mi aspetto tante motivazioni". Obiettivo della squadra? "Abbiamo buttato via delle occasioni per ridurre le distanze in classifica. Non siamo in grado di fare progetti al momento, pensiamo a partita dopo partita perché il futuro non dipende solo da noi. Ho chiesto ai ragazzi di fare una grande gara". Che Napoli ti aspetti con la Roma? "Mi aspetto una grande prestazione in fase di possesso e non. Voglio vedere i calciatori rincorrere gli avversari con rabbia, questa qualità ci è mancata". Il ritiro può aiutare? "Ritiro dovuto, abbiamo bisogno di stare insieme. È stata una scelta concordata con la società e condivisa da me stesso. Ci si può rendere conto che stiamo mancando sotto tanti punti di vista. Il ritiro non è punitivo, ma deve essere produttivo stando insieme".


Problema sulle palle alte?Messaggio ai tifosi?"È un problema di difesa della porta, perché abbiamo preso gol con palle rasoterra da dietro. O anche in area di rigore per uno contro uno come con Cerri e Djuric, eravamo mal posizionati. È un discorso di posizionamento, non di palle alte. Non c'è un problema specifico, ci manca la voglia di non prendere gol. Dipende dalla squadra, non solo dai difensori. Per quanto concerne i tifosi, non ho nessun messaggio. Sono sempre presenti, inutile chiedere di sostenerci, dobbiamo noi spingere loro. Dispiace per la tifoseria che ci segue sempre, ciò mi disturba". Qualificazione alla Conference? "Non bisogna fare paragoni con il Napoli dello scorso anno. Abbiamo migliorato tantissimi dati, siamo la migliore squadra che gioca la palla nell'area avversaria per esempio. Mi baso tanto sui numeri, quelli difensivi sono negativi per i tanti gol incassati. A fine anno giudico il mio lavoro da quando sono arrivato e dalla stagione complessiva, senza considerare lo scorso anno. Paragono la mia gestione e tirerò le somme sul mio operato". Diagnosi della sua gestione? "Questa squadra presenta dei problemi citati anche dal presidente. I nuovi giocatori non hanno inciso tanto, anche perché arrivati in una stagione negativa. Mi aspettavo meno problemi, ma dopo due giorni mi sono reso conto della situazione".

Anche i calciatori devono prendersi le responsabilità? "In campo ci va la squadra, devono addossarsi le proprie responsabilità. Effettuo delle scelte in base a quanto vedo nel corso degli allenamenti. I giocatori devono sentire responsabili, alcuni hanno avuto le possibilità di dimostrare il loro valore. Io e loro siamo i primi responsabili, la società mi è stata vicino come il presidente che si interessa sempre di tutto. È carino e rispettoso, pretende tanto ma è la normalità in un'azienda simile come il Napoli. Anche nello spogliatoio devono sentirsi responsabili, la sconfitta deve essere di tutti, anche di chi non va in campo". Alcune future scelte del club hanno condizionato l'operato? "Siamo dei professionisti, niente deve disturbarmi. È normale che il mio lavoro venga messa in discussione, come se un calciatore non rende, è naturale che la società valuti quella determinata situazione. Bisogna accettare anche i momenti negativi e convincerci. Quando ho iniziato tale professione, ho messo in preventivo anche questo aspetto". I calciatori sono motivati? "A Empoli c'è stata mancanza di vincere da parte della squadra e questo mi ha preoccupato. Nelle altre partite invece è mancata la voglia di subire gol, si trattava di una questione di attenzione. Ci manca la rincorsa in più per rimediare all'errore del compagno, ho ribadito questo aspetto ai ragazzi. È stata una stagione travagliata, ma dobbiamo finire il campionato con un andazzo diverso. Dobbiamo reagire, ho dato una scossa alla squadra, la quale è cresciuta nel corso della settimana".

Fase di non possesso? "Percezione e pericolo distante dalla porta. Il primo pensiero è mettersi sotto palla quando gli avversari recuperano sfera. Non voglio che si faccia densità nella propria metà campo, ma lontano dalla porta. Non capisco perché non percepiamo il pericolo, lo facciamo bene quando siamo momentaneamente in inferiorità numerica. Abbiamo notato questo aspetto e dobbiamo migliorare". Insidie della Roma? "Mi preoccupano tanti aspetti. I giallorossi segnano tanto e sono una della squadre le quali hanno segnato maggiormente sulle palle inattive. Abbiamo anche noi le nostre armi se giochiamo da Napoli. Dobbiamo evitare di subire gol, può diventare fatale. La Roma è in salute, ha vinto con l'Udinese ed ha obiettivi importanti. Indipendentemente dell'avversario, dobbiamo tuttavia ritrovarci ed uscire da una situazione complicata".

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