Noi di Calcionapoli1926, lo avevamo scritto prima della finale di Champions. Quale che sia l’esit

Noi di Calcionapoli1926, lo avevamo scritto prima della finale di Champions. Quale che sia l'esito della gara (finita in rovina per la Juventus, ndr), essere a un passo dal triplete segna un nuovo "check point" della propria storia.

Di fatto, sei a un bivio: da una parte c'è la gloria, dall'altra il baratro. Lo diceva Gibran: la gioia e la fine sono più vicine di quanto si possa credere. Essendo, dunque, contigue... che si vinca o si perda, l'esito è più o meno lo stesso: ricostruire.

Il ciclo della Juventus è finito. Non abbiamo paura a dirlo perché è lo stesso Marotta che vuole farcelo capire. E' in atto una vera e propria rivoluzione sugli esterni. Il discorso vale per gli esterni bassi e per quelli offensivi. In pratica, da Dani Alves ad Alex Sandro passando per il "ribelle" Cuadrado, la Juventus potrebbe cambiare più di mezza squadra. Se non è rivoluzione questa? La ragione? Semplice... bisogna ripartire, assorbire il colpo, cauterizzare la ferita di Cardiff. E non sarà facile. La Juve resta la più forte in Italia, ma abbiamo ragione di ritenere che i quattro "schiaffi reali" l'abbiano messa k0 dal punto di vista psicologico. Marotta lo sa e cerca, pertanto, giocatori nuovi, da Caldara a Douglas Costa... giocatori che, almeno dal punto di vista tecnico, non sono più forti degli attuali titolari, ma che non sentono l'onta del fallimento. Sono lontani dallo "psicodrama" bianconero. Nelle pieghe di questo "interregno", il Napoli ha forse l'ultima buona occasione di sferrare il colpo decisivo (in ottica scudetto). Il ritorno delle milanesi non va ignorato, ma è difficile che già da quest'anno si sovvertano le gerarchie del calcio italiano.

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