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Calci, pugni e insulti a tifosi giallorossi. Arrestati cinque ultrà Le intercettazioni-choc

Calci, pugni e insulti a tifosi giallorossi. Arrestati cinque ultrà Le intercettazioni-choc

I romanisti aggrediti a Capodichino di ritorno da Barcellona

Redazione

«Sono scesi a Napoli, fra’, stamattina, me li sono andati a prendere fino a dentro l’aeroporto. Ci siamo presi sopra al corso, sei di loro e quattro di noi: lì abbiamo uccisi». Così, poche ore dopo il violentissimo pestaggio a cinque supporter giallorossi di ritorno da un match di Champions, Diego Infante raccontava l’accaduto a un amico: «Appena ha fermato il furgone ho aperto il portellone, frate’, ho iniziato a buttare solo cazzotti e calci: bungt e bangt, bungt e bangt, bungt e bangt... Li abbiamo uccisi, fra’». Seguono insulti irripetibili, quindi il racconto del pestaggio prosegue: «Ho detto: dici a quelli là di Roma che vi dobbiamo sfondare la testa... Banda di conigli... Li abbiamo sfondati, fra’ ».

L’intercettazione prosegue. Diego Infante imita il piagnucolare dei romanisti aggrediti sulla navetta che da Capodichino avrebbe dovuto accompagnarli alle auto per poi fare rotta su Roma: «Avete preso un flash». Ma non è tutto: poiché i telefoni controllati dalla Digos sono diversi, gli agenti comprendono che ultrà di altri gruppi si rammaricano di non aver partecipato all’aggressione. Inoltre gli indagati progettano di compiere nuovi atti violenti contro i romanisti; a parlareèsempre Infante: «Domani mattina tornano un’altra volta quelli là qua... Me li vado a prendere un’altra volta».

Esternazioni gravi, come sottolinea il gip nel paragrafo dedicato alle esigenze cautelari: «Va sottolineata la particolare gravità dei fatti oggetto di contestazione, in uno alla estrema pericolosità del contesto in cui questi erano inseriti, caratterizzato da una escalation di violenze». Violenze gravissime: «Però non hanno capito ancora questi con chi hanno a che fare? Io sclero, io non sto bene con la testa, bello e buono... Te lo ripeto, io tutti i giorni li vado a prendere, hai visto mo... Ti ho detto che domani tornano un’altra volta? E io li vado a prendere. Tutti i giorni, per me è uguale». L’odio di alcuni degli indagati si riversa anche su ultrà napoletani, probabilmente per un disaccordo sui cori: «Qualcuno in mezzo a noi si fa male seriamente, capisci a me. Paolone gli faccio prendere 15/16 punti addosso e non ho niente da vedere, non ho niente da perdere, non ho figli, non ho famiglia».

Corriere del Mezzogiorno