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Il Brasile chiama Allan

Il Brasile chiama Allan

Dopo tante prestazioni super, la Seleçao si muove. E anticipa l’Italia

Redazione

Pure i muri crollano, volete che non succedesse ad Adenor Leonardo Bacchi, in arte Tite? «Sylvinho mi ha pressato molto, dicendo che avrei dovuto chiamarlo già da un bel po’». Le verità hanno le gambe lunghe e dopo aver consumato decine e decine di chilometri (facciamo centinaia), Allan Marques Loureiro, semplicemente Allan per gli amici, per il calcio italiano e soprattutto per i napoletani, è arrivato laggiù dove l’ha trascinato il cuore, in quella Nazionale che da tormento diviene estasi e lascia che la meritocrazia abbia un senso compiuto e definito.

C’è voluto un po’ di tempo, eppure è strano perché ormai la tv conduce in ogni angolo dei campi di questo Mondo, ma adesso ch’è fatta si può anche affermare ch’è stata sanata una ingiustizia (quasi) clamorosa, perché in quella Patria del football - piedi buoni e cervelli finissimi - mancava proprio un rompiscatole capace di strapparti l’anima dal tackle. Allan in Brasile, niente Italia, ed è la soluzione più giusta, perché non trasforma il calcio in una circo anaffettivo.

FINALMENTE. Allan è il leader muscolare di un Napoli che non ha paura mai, è l’interditore che ha smesso di vivere esclusivamente una vita da mediano (due assist quest’anno; quattro gol e cinque assist nella passata stagione), è l’evoluzione d’una specie rarissima, non in via di estinzione ma difficile da ritrovare; ed è anche, e soprattutto, un intoccabile del Napoli di Ancelotti, che gliene ha lasciate giocare dodici su dodici, lasciandogli risparmiare appena centoquarantacinque minuti.

INCEDIBILE. Allan, che sul sito del club ha chiamato tutti a dividere la sua felicità («E’ una gioia immensa, sono emozionatissimo, ringrazio tutto il Napoli») è anche altro, in questa squadra che cambia poco, che dà continuità alla sua Idea di calcio, che tiene con sé i giocatori a lungo e che ha già deciso di far rientrare il brasiliano nell’elenco degli incedibili. Perché possono crollare i muri, e anche Tite, ma non le certezze acquisite in questi quattro anni e centoquarantaquattro partite che hanno trasformato i diciotto milioni per l’acquisto in una cifra improponibile.

CDS