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Bonavita, ex ultras Juventus: “Ero infiltrato, tifo Napoli. Ora non cantate più i cori contro la mia città”

Bonavita, ex ultras Juventus: “Ero infiltrato, tifo Napoli. Ora non cantate più i cori contro la mia città”

L'ex ultras della Juventus, Davide Bonavita, ha svelato la verità della sua identità: è tifoso del Napoli e ha voluto solo mettere fine ai cori contro la sua città

Salvatore Amoroso

La bomba sulla Juventus era già scoppiata con il documentario di Report che denunciò la vendita dei biglietti in secondary ticket. A distanza di qualche mese, ne sgancia un’altra Davide Bonavita, ex capo ultras dei True Boys, un gruppo presente in Curva Sud dell’Allianz Stadium (o Juventus Stadium) dal 2013.

BONAVITA CONFESSA: “NON HO NULLA A CHE FARE CON LA JUVENTUS, SONO TIFOSO DEL NAPOLI”

Proprio nel 2013, Bonavita aveva fondato il gruppo. Nativo di Ottaviano, in provincia di Napoli, vive a Stoccarda e dal comune tedesco aveva fondato il gruppo che era diventato famoso per le numerose trasferte che organizzava verso l’Italia, nonostante fosse un gruppo “fantasma” nell’ambito ultras. Il nome di Bonavita compare, anche se non implicato, nell’inchiesta nota come “Last Banner” che ha indagato a riguardo dei rapporti tra la società juventina e la criminalità organizzata. L’inchiesta della Digos, che aveva intercettato alcune telefonate e avviato un’indagine, aveva portato all’arresto di 12 capi ultras, accusati di aver fatto pressioni alla dirigenza bianconera al fine di ottenere i biglietti da rivendere attraverso il sistema del bagarinaggio. Davide Bonavita appare nell’indagine solo quando si crea una frizione, all’interno della curva juventina, tra gruppi come “Tradizione-antichi valori” e i “True Boys” e nello specifico, tra Umberto Toia del gruppo Tradizione e Salvatore del Sorbo dei True Boys. Causa del dissidio: i cori discriminatori contro la città di Napoli.

Qual è la bomba che fa esplodere Bonavita?

Sul suo profilo Facebook dichiara di essere stato un vero e proprio Cavallo di Troia, di non essere mai appartenuto a gruppi di fede juventina e soprattutto di aver solo fatto emergere il negativo dell’ambiente perché infastidito dai ripetuti cori e, soprattutto, perché tifoso del Napoli. Uno dei post più significativi sul social network riguarda quello indirizzato al dirigente Alberto Pairetto, Head of Stadium Revenue della Juventus.

«Caro Alberto Pairettoil Cavallo di Troia non l’hai potuto fermare. E’ dal 2013 che lavoro per il mio progetto e mi sono sentito come un uomo in Cella con il 41 bis… per una cosa, interrompere il vostro equilibrio Rubentino, per non farvi più cantare “Lavali col F….” grazie a me non la canterete mai più …tutto il resto nei prossimi giorni.

P.S. per tutti quelli che mi hanno seguito negli ultimi 6 anni, sapete avete fatto parte sempre della mia amicizia, so che molti di voi non accetteranno questa verità, ma sappiate bene che chi disonora la sua patria è perso… il mio sangue e stato sempre AZZURRO e nella mia vita esistono solo due colori, il Bianco e l’Azzurro.

IL SECONDO MESSAGGIO DI BONAVITA

Bonavita, su Facebook e con un’intervista al sito Stylo24, ha specificato, nei giorni a seguire, la sua fede calcistica e i motivi della scelta di “infiltrarsi” nella curva juventina:

n solo napoletano c’è voluto per farvi cadere… un solo napoletano è riuscito a rifornire voi Beduini del Primo Anello – Curva Sud con biglietti e adesso vi ho fatto cadere come una spugna bagnata… un solo Napoletano c’è voluto a chiudervi la bocca e a non farvi mai più cantare

• lavali col ….

• terremotati e

• colerosi

… questi cori li potete cantare solo chiuso in un cesso.

Le accuse più pesanti, però, riguardano ancora il Capo del Reddito dello Juventus Stadium, Alberto Pairetto: “ Da lui ho ricevuto 7.500 biglietti in due-tre anni. Per ritirare i tagliandi mi venivano indicate le biglietterie di Roma e Torino. Ma non facevo bagarinaggio. Anzi li davo a prezzi stracciati, con una piccola aggiunta di 10-20 euro agli esterni, per il servizio. Quel denaro serviva per investire sul merchandising dei True Boys. Con quei biglietti veniva rifornito tutto il primo anello. Alcuni di questi addirittura modificati a mano”.

Bonavita in video: “Non cantate più contro Napoli”

Le prime avvisaglie di un Bonavita già distaccato dalla Curva della Juventus, in difesa della città di Napoli si erano avute già a settembre, quando lo stesso capo ultras aveva pubblicato un video in cui andava contro i cori discriminatori verso la città di Napoli e si scagliava contro gli altri gruppi ultras presenti in Curva.

“Chi canterà adesso contro la città di Napoli, ma anche le altre città del Sud, vi siete ingrippati, vediamo se cantate ancora contro la città Napoli. Della squadra non me ne frega un cazzo, la schifo a morte. Napoli, però, non si tocca, non la facciamo toccare. Voi del primo anello, vi sfido tutti, non me ne frega chi siete voi, vi faccio vedere chi siamo noi, chi sono io. Già non vi abbiamo fatto cantare in alcune partite. Vi ricordate quando vi abbiamo impedito di scavalcare per andare in tribuna a rompere alla famiglie? La Digos già tremava. Non è giusto andare a rompere alle famiglie. Le donne e i bambini non si toccano. Avete la palle? E venite da papà. Prendetevela con me. Io sono pronto, vi ho fatto vedere dove abito. Noi siamo contro il razzismo, siamo stati il primo gruppo a mettere la scritta Respect sulla maglietta. Voi del primo anello, se avete le palle venite. Volete le tarantelle? e noi ve le diamo. A voi del primo anello poi vi insegnerò anche a parlare napoletano. Un gran vaffanculo a tutti".

LA VERITA'

La verità, a questo punto, sulle parole di Bonavita, non c’è. Non si sa se ha finto finora o se sta fingendo ora. Le sue dichiarazioni, su Facebook e sui giornali, non fanno dormire sonni tranquilli alla Juventus perché scagliano altre accuse contro i dirigenti bianconeri. Ora la voragine è aperta e ci sono solo due opportunità: risanamento o frana!