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Bianchi: «Napoli da Scudetto, Roma mentalità provinciale»

Bianchi: «Napoli da Scudetto, Roma mentalità provinciale»

NAPOLI – Con il Napoli ha vinto scudetto, coppa Italia e Coppa Uefa, ma la coppa nazionale l’ha alzata al cielo anche sulla panchina della Roma. Ottavio Bianchi conosce bene gli ambienti partenopei e giallorossi e dice la sua sul match...

Redazione

NAPOLI - Con il Napoli ha vinto scudetto, coppa Italia e Coppa Uefa, ma la coppa nazionale l'ha alzata al cielo anche sulla panchina della Roma. Ottavio Bianchi conosce bene gli ambienti partenopei e giallorossi e dice la sua sul match di stasera (ore 20.45) al San Paolo: "Quando giocavo e allenavo io era la partita clou del centro sud - ha dichiarato l'ex tecnico ai microfoni di Italia nel Pallone, su Rai Radio Due - il Napoli è primo e sta giocando davvero bene, sono di parte, è vero, ma lo ritengo leggermente favorito per la vittoria finale sulla Juventus. Ha solo una competizione, i bianconeri sono alle prese con gli infortuni. Il problema della Roma è il derby e la mentalità di Roma è provinciale per questo. Per loro vincere il derby equivale a salvare un anno. A Napoli quando allenavo io potevi vivere di rendita per mesi se battevi una squadra del nord. Il mio grande lavoro fu quello di cambiare questa mentalità, e non guardare in faccia nessuno".

IL NAPOLI E LO SCUDETTO - Il suo Napoli vinse tutto. Ecco le differenze con la squadra di Sarri: "C'è un'enorme diversità - spiega Bianchi - il Napoli non aveva mai vinto niente quando sono arrivato io, l'anno precedente al mio la squadra aveva giocato per non retrocedere. Quest'anno invece la squadra è pronta, sono anni che vive nelle zone alte in maniere continuativa, è lecito prima o poi vincere. Il Napoli batte record su record, ormai è solo una questione di quanti gol riesce a segnare. Allora non era così, c'erano i 2 punti, era completamente diverso". La formazione partenopea non ha fatto bene in Europa: "Non credo che eliminazioni in Champions e in Europa League siano state strategiche. A Napoli c'è serenità e consapevolezza dei propri mezzi. Qualche anno fa avrebbero già cambiato 5 o 6 allenatori, invece ora c'è convinzione e voglia di fare bene. Prepararne una ogni sette giorni è un vantaggio". Chiusura su Gattuso, uno degli allenatori del momento in Italia: "Ringhio haancora molto da fare. Il Milan è l'unica squadra composta da giocatori giovani e italiani, di prospettiva, se lavorano bene hanno grandi possibilità per il futuro". Corriere dello Sport.