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Bianchi: “Ancelotti bravo a non stravolgere il Napoli. Buu razzisti a Koulibaly? Ai miei tempi c’era Canè”

Bianchi: “Ancelotti bravo a non stravolgere il Napoli. Buu razzisti a Koulibaly? Ai miei tempi c’era Canè”

Bianchi alla GdS: "Ancelotti bravo a non stravolgere il Napoli. Buu razzisti a Koulibaly? Ai miei tempi c'era Canè"

Redazione

Ottavio Bianchi, ex allenatore del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Ecco quanto evidenziato:

Ottavio Bianchi, nell’estate ‘86, quella del pre-scudetto, il Napoli era accreditato di un quinto posto finale. Trentadue anni dopo, in tanti abbiamo fatto lo stesso errore..."Io non faccio testo, lo metto sempre primo o secondo. Però allora il Napoli un anno lottava per non retrocedere e l’altro arrivava a metà classifica: oggi è un club ai vertici da anni, una squadra con un’identità precisa e Ancelotti poteva “sfruttare” il lavoro di Sarri, aggiungendoci le sue idee".

Invece nel gennaio ‘88 si dava per scontato il vostro secondo scudetto quanto oggi quello della Juve: questo Napoli come il Milan di allora?"Ancelotti dice che non ha perso le speranze, e fa bene: il calcio è e resta imprevedibile. Il Napoli non può più sbagliare, ma deve continuare a mordere: una “cotta” al ciclista in fuga può sempre venire".

Quel suo Napoli, disse lei, «aveva cambiato l’ordine naturale delle cose»: questo Napoli potrà, prima o poi?"La Juve fa cose irripetibili anche perché sono mancate tutte insieme certe concorrenti: se la lotta è a due e una è più forte, c’è poco da fare. Se Inter, Milan, Roma tornano insieme a certi livelli, diventa più facile anche per il Napoli".

Tentativo di sintesi: il Napoli di oggi ricorda il Milan di allora, e

questo Milan (ma senza avere Maradona) quel Napoli."Sbagliato: quel

Napoli, soprattutto il secondo, giocava un grande calcio, mentre questo Milan è in costruzione. E Ancelotti lavora molto in funzione degli uomini che ha, dunque non gioca un solo tipo di calcio".

E’ più un tormento essere un allenatore di Corrado Ferlaino o di Aurelio De Laurentiis? "Non conosco De Laurentiis e lui non conosce me, per sua fortuna. Oggi non durerei una settimana: gli allenatori firmano contratti in cui una delle voci è “rapporti con le tv”...".

«Dietrologia e vittimismo sono i peggiori nemici del Napoli»: in questo sbaglia, De Laurentiis?"Per certe cose ha ragione, ma è l’unica cosa nella quale il Napoli non è ancora cresciuto in modo esponenziale: il vittimismo è solo una chance in più data agli avversari".

Un applauso tattico a Gattuso e Ancelotti?"Il Milan sta nascendo, non è catalogabile. Ancelotti è stato bravo a non stravolgere e a tirare fuori il massimo dai suoi ruotandoli, senza sforzi di fantasia: “Il bravo allenatore è quello che fa meno danni”, io ci credo".

Chi è il «suo» Romano, in questo Napoli?"Di uno come Hamsik gli allenatori dicono: “Te lo metti nel taschino della giacca e lo tieni lì”. E’ la chiave che consente di mandare incursori a rompere le linee difensive avversarie".

La sfida polacca Piatek-Milik?"Piatek è “tutto in fretta e tutto fuori norma”, dal numero di gol alla valutazione: lo aspetto al passaggio da Marassi a San Siro. Milik, si fidi di uno che sui lettini degli ospedali si è sdraiato spesso, ha la voglia di correre, non solo di giocare, di chi ha avuto gravi infortuni. E un sinistro che canta".

Ai suoi tempi c’era un Koulibaly?"C’era Cané, ma non lo fischiavano. Però quando arrivavamo al Nord era tutto un “buuu” lo stesso, e insulti pesanti. Io ero terrone quando giocavo sopra Roma e leghista da Roma in giù: malcostume italiano".