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Beretta: “Spalletti uomo in continua evoluzione. Società ostaggio dei razzisti”

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L'ex allenatore e consigliere Figc, Mario Beretta, ha rilasciato alcune dichiarazioni quest'oggi a 1 Station Radio su alcuni temi attuali in casa azzurra e sul calcio italiano

Tony Sarnataro

 L'ex allenatore e consigliere Figc, Mario Beretta, ha rilasciato alcune dichiarazioni quest'oggi a 1 Station Radio su alcuni temi attuali in casa azzurra e sul calcio italiano. A seguire le sue principali parole.

Le parole di Beretta

Napoli Torino spalletti convocati ricorso

“Allenatori integralisti? Quelli della scuola italiana sono i migliori a livello mondiale, che siano integralisti o modernisti. I nostri sono andati nel mondo ad insegnare calcio, sono sempre aggiornati e fanno scuola. Italiano? Grandissimo allenatore, senza andare troppo lontano, lo scorso anno a La Spezia ha contribuito pesantemente alla salvezza. La Fiorentina gioca molto bene, diventerà una squadra di spessore. Ma non possiamo dire che Allegri giochi un calcio “vecchio”, così come Mazzarri col Cagliari. I tecnici cercano di raggiungere il risultato con qualunque mezzo. Con Juric, il Torino sembra aver trovato la propria quadra. La piazza granata è molto esigente e merita tanto. Spalletti, invece, è sempre stato un innovatore, era già avanti anni fa. Con lui, il Napoli competerà fino alla fine per lo Scudetto. Mi sembra che abbia studiato e si sia aggiornato molto nei due anni di pausa, soprattutto nella comunicazione. L’impatto che ha avuto sulla panchina azzurra è assolutamente positivo, ed è un uomo in continua evoluzione. Evoluzione delle regole? Questo incide sulle strategie degli allenatori. Riguardo il tempo effettivo, lo dico da quando ero giovanissimo, essendo un appassionato di basket. Lo vedrei un cambiamento estremamente positivo. Le cinque sostituzioni ti cambiano il 50% della squadra, e chi ne sa approfittare può vincere la partita, come dimostrato da Simone Inzaghi con la sua Inter contro il Sassuolo. Razzismo? Si diceva che con la pandemia saremmo diventati tutti più buoni, ma l’ignoranza è difficile da debellare. Manca cultura a queste persone, bisogna combattere fortemente contro questi individui. Come? È un lavoro lungo e certosino, che coinvolge anche la politica che, in televisione, inasprisce questi aspetti. Le squadre sono vittime di queste persone a causa della responsabilità oggettiva, bisognerebbe andare a colpire individualmente gli esseri che si macchiano di questo reato ed impedirgli di partecipare alle manifestazioni sportive” 

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