Bellucci-Napoli, il racconto dell'avventura azzurra
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Bellucci: "Napoli resta nel cuore, cedere Schwoch fu un errore. Zeman? Vi racconto"
L'ex attaccante Claudio Bellucci è tornato a raccontare i momenti dei suoi anni in azzurro in maglia Napoli
L'ex attaccante del Napoli Claudio Bellucci, protagonista di una lingua carriera e autore di oltre 150 gol tra i professionisti, è tornato con la mente ai tempi dell'avventura in azzurro. 91 presenze e 24 gol al Napoli tra il 1997 ed il 2001. Ecco le sue parole ai microfoni di tuttomercatoweb:
""Delle volte mi capita di pensare a quel periodo, purtroppo ho beccato in pieno il passaggio tra Ferlaino e Corbelli. Ero giovane, nel pieno delle mie forze, potevo fare meglio anche se due infortuni mi hanno massacrato. I napoletani hanno lasciato un ricordo eccezionale nel mio cuore, sono felice che quando li incontro mostrano un affetto particolare nei miei confronti. Loro hanno voluto bene a questo ragazzino ed io l'ho voluto a loro."
"Corbelli? Successe un macello. Mi avevano detto che personaggio fosse, e i fatti mi hanno dato ragione visto come è andata a finire. Anche se io avessi firmato mi avrebbe venduto in ogni caso, stavamo trattando il rinnovo da un anno ma la mia sorte era segnata. Le sue accuse non erano vere, mi sono svincolato ed ho firmato con un nuovo club (il Bologna, ndr) solo a fine stagione."
"Con il mister Zeman mi trovavo benissimo, non ero mai stato così bene a livello fisico. Sapevo che lui poteva darmi uno scatto in più nella carriera, da attaccante sono sempre e comunque a favore di Zeman. Con il senno di poi cacciarlo fu un errore, eravamo poco esperti ed avevamo bisogno dei nostri tempi per assimilare gli schemi e smaltire la fatica. La cessione di Schwoch fu a sua volta uno sbaglio? Sì, anche perché poi Stefan andò in un'altra squadra dove giocò poco, mentre a Napoli già sapevamo cosa poteva dare dopo una stagione strepitosa." "Avevo un ottimo rapporto con Edmundo, era un giocatore di un altro pianeta, forte come pochi, ma secondo me non era adatto per l'impresa che dovevamo fare noi. Il Napoli doveva salvarsi e badare al risultato più che al gioco, se fosse andato in un club come Milan o Roma avrebbe potuto fare la differenza. Quando andò al Carnevale di Rio con l'accordo della società la situazione peggiorò, ed al suo ritorno eravamo ancora più in crisi. Non è una persona cattiva, dava confidenza a poche persone essendo timido e riservato. Andavamo spesso a cena insieme, da fuori non si direbbe ma lui è calmo ed educato. Poi magari i soggetti calmi quando perdono la brocca fanno i danni."
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