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Ora basta! A campionato ormai concluso, e quindi senza più il pensiero rivolto alle faccende di camp

Ora basta! A campionato ormai concluso, e quindi senza più il pensiero rivolto alle faccende di camp

Ora basta! A campionato ormai concluso, e quindi senza più il pensiero rivolto alle faccende di campo, dobbiamo fermare la nostra attenzione su cose diverse, vicende che non possono più essere messe in secondo piano. Parliamo...

Redazione

Ora basta! A campionato ormai concluso, e quindi senza più il pensiero rivolto alle faccende di campo, dobbiamo fermare la nostra attenzione su cose diverse, vicende che non possono più essere messe in secondo piano. Parliamo dell’ostilità che l’Italia intera manifesta verso la città di Napoli, non solo ovunque giochi il Napoli, ma in tutti gli stadi ove c’e una partita di calcio, o addirittura fuori dai campi di calcio.

Il vergognoso fenomeno ha ormai assunto dimensioni nazionali e quindi come tale non può essere combattuto con le regole previste per gli atti di discriminazione territoriale, ma deve essere affrontato con soluzioni adeguate ed efficaci atte ad interrompere questa "partita della vita" che vede Napoli contro l’Italia intera (e non più solo nord contro sud).

Ogni volta che il Napoli scende in campo si trova quindi a giocare contro due avversari; uno che sta sul campo di gioco, l’altro diversamente distribuito sugli spalti di tutti gli stadi.

Sino ad oggi abbiamo dato dimostrazione di saper vincere contro il primo avversario, manifestando anche uno spirito di saggia sopportazione degli attacchi provenienti dall’altro avversario; e tutto ciò avviene in uno scenario dove opinione pubblica e istituzioni sono accondiscendenti e ormai inermi.

Forse è il caso di cominciare a reagire, fermamente ma comunque secondo le più idonee forme di civiltà consentite, non fosse altro per dimostrare che chi non tace non solo non acconsente ma .....dice basta !!!

La società calcio Napoli valuti a tale proposito la opportunità di dare maggiore voce a tale grido sensibilizzando le istituzioni calcistiche a trovare soluzioni che possano frenare questo fenomeno ormai dilagante; le prime e più immediate voci potrebbero essere quelle dei nostri giocatori ogni qualvolta occorra pretendere dagli arbitri sul campo il loro previsto intervento.

Questo potrebbe essere uno dei tanti modi civili col quale combattiamo il fenomeno.

Forse è finito il tempo di sopportare tacendo, visto che i cretini non solo ormai non sono pochi ma, nel silenzio di tutti, possono anche incominciare a pensare che siamo come quell'erba moscia che può essere usata in diversi modi...

Mimmo Cipolletta