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“Hai un attimo?” disse il padre a suo figlio. “Ho una piccola storia per te, di quelle che ti entusi

“Hai un attimo?” disse il padre a suo figlio. “Ho una piccola storia per te, di quelle che ti entusi

“Hai un attimo?” disse il padre a suo figlio. “Ho una piccola storia per te, di quelle che ti entusiasmano e ti fanno battere forte il cuore”. “Vorrei raccontarti di un pomeriggio di marzo, in cui 11 leoni azzurri sconfissero una...

Redazione

“Hai un attimo?” disse il padre a suo figlio. “Ho una piccola storia per te, di quelle che ti entusiasmano e ti fanno battere forte il cuore”.

“Vorrei raccontarti di un pomeriggio di marzo, in cui 11 leoni azzurri sconfissero una fortissima Lupa direttamente nella propria tana”, quell’Olimpico in cui la Roma era riuscita a vincere tutte e 12 le gare giocate in casa da agosto a ieri.

Fino a ieri appunto, quando sulla propria strada ha incrociato un Napoli ferito e arrabbiato dopo i furti legalizzati di Torino e gli schiaffi ricevuti da Real Madrid e Atalanta. Il tanto invocato orgoglio degli 11 di Sarri si materializza sin dal primo minuto all’Olimpico dove scende in campo un Napoli concentratissimo, propositivo e letale non appena gli vengono concessi spazi.

E’ il pomeriggio che segna il ritorno al gol di Mertens, troppo presto criticato solo per un paio di occasioni fallite con Real e Atalanta e protagonista assoluto della gara con una splendida doppietta al 26’ e al 50’, apparecchiata da due stupendi assist di Hamsik e Insigne. I due gol di Mertens sono la naturale conseguenza di quanto si è visto all’Olimpico per i primi 70 minuti di gara, ossia un Napoli corto tra i reparti, attento in fase difensiva e che ha giocato per lunghi tratti meglio della Roma.

Ma si sa, il calcio sa essere beffardo e così il mancato 3-0 fallito in più occasioni come quella di Rog lascia presto il posto all’ansia di non farcela, alla paura di vedere andare in fumo tutto quanto di buono fatto fino all’87’, quando il palo salva il Napoli su un diagonale di Salah a tu per tu con Reina. E’ solo un’avvisaglia della grande paura che si materializza due minuti dopo…precisamente al minuto 89, quando Perotti va via sull’out sinistro e centra in mezzo per il diagonale vincente di Strootman. 1-2, 5 minuti di recupero e di colpo una gara dominata torna invece in discussione!

Ma sono questi i momenti in cui c’è bisogno di stringersi, di soffrire tutti insieme come fa una squadra vera e di resistere al forcing della Roma che nei 5 minuti finali prova il tutto per tutto e al 94’ quasi sembra addirittura trovare il miracoloso pareggio. Quasi…perchè in realtà non aveva fatto i conti con Pepe Reina…..

Nell’occhio del ciclone da martedì sera per l’uscita errata che è costata il secondo gol della Juve Pepe gioca una gara praticamente perfetta tra i pali e nelle uscite, con un livello di concentrazione e determinazione quasi mai visti. Fino ad arrivare al suo vero Capolavoro : minuto 94’, tiro a botta sicura di Perotti dal limite dell’area e volo dello spagnolo a togliere letteralmente il pallone dalla porta, palla che carambola sul palo e poi ancora sui suoi piedi che rapidamente allontanano via in angolo quel pallone maledetto.

La vittoria è salva, è il 95’: non c’è più tempo, bisogna andare a riposare, tra poche ore c’è un sogno da vivere e magari un’altra storia meravigliosa da raccontare… Dario Fabbricino.