Lautaro Martinez, attaccante dell'Inter ed Argentina, ha parlato ai microfoni di ESPN: "Ho fatto il mio ‘debutto’ a due anni, quando mio padre si ritirò. Abbiamo quasi giocato insieme. Giocava a San Francisco (de Cordoba, ndr) gratuitamente e per amore. Era un difensore: praticamente, sono nato in uno spogliatoio, lo accompagnavo alle partite. Ho iniziato come difensore centrale perché ero veloce. Quando sono arrivato al Liniers de Bahía Blanca, a 15 anni, ho giocato nella categoria di mio fratello. Da quel momento, l’allenatore ha iniziato ad avanzarmi. Quando sono passato al Racing, poi, sono stato impiegato come attaccante centrale. A Bahia giocavo anche a basket, ma a un certo punto ho dovuto scegliere perché il mio fisico non mi permetteva di fare entrambi gli sport“.
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Argentina, Lautaro: "Prima ero un difensore, ora mi ispiro a Falcao"
Lautaro Martinez, attaccante dell'Inter ed Argentina, ha parlato ai microfoni di ESPN
Sui suoi idoli:"Mi piacciono dei giocatori, ma non ho idoli. Guardavo soprattutto Falcao nel River per i suoi movimenti. Mi vedo simile a lui per come attacca la porta, ma non è un giocatore che viene a manovrare anche qualche metro indietro come faccio nell’Inter o come facevo nel Racin"g.
Sulla preparazione:"Se non conosco i difensori, guardo molti video sul loro modo di giocare. Ma, fondamentalmente, cerco di migliorare molto me stesso: su di me guardo molti video“. AL RACING - “Sono arrivato al Racing a 16 anni e mi hanno sistemato in una pensione. Ma io in un primo momento non volevo stare lì e sono tornato a Bahia Blanca. A quel tempo dormivamo in quattro in una camera, ci portavano da mangiare e ci portavano a scuola. E’ molto bello perché impari tanto dai ragazzi con i quali vivi. Per me è stato bello, ma anche difficile. Tutto è cambiato a partire da un torneo a Mar del Plata che ho disputato con il Racing. Brian Mansilla, un attaccante, si infortunò: sono entrato e ho fatto gol. Quel torneo mi ha permesso di cambiare la mia carriera".
Sui compagni: "Avevo molti amici al Racing, compreso proprio Mansilla, che ogni tanto tornava in camera e mi trovava a piangere, dandomi poi consigli. E’ una delle persone che mi ha aiutato di più. Sono rimasto in contatto con molti di loro".
Su Milito:"Quando si è ritirato, mi ha detto: ‘vai, ora è il tuo momento’. Io ero una persona timida, ma ho imparato dai movimenti e dai consigli dei ragazzi più grandi".
Sul Racing:"Non sono tifoso del Racing, ma sono rimasto molto affezionato a quel club, mi hanno fatto sentire come se fossi nato lì. Adoro quella società e mi manca l’amore delle persone. Oggi, però, sono molto contento del mio presente".
Sulla Coppa America:"Sto bene e mi sto allenando nella maniera migliore. Per me è fondamentale essere nella Copa America, è una cosa bella avere la possibilità di consacrarsi e continuare a dimostrare il proprio valore".
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