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Antimafia, Di Lello: “Inchiesta sul Napoli? Vi spiego tutto. Ecco la mia ipotesi”

Antimafia, Di Lello: “Inchiesta sul Napoli? Vi spiego tutto. Ecco la mia ipotesi”

Il membro antimafia Marco Di Lello ha parlato ai microfoni di Radio Crc

Redazione

Marco Di Lello, membro della commissione Antimafia, ha parlato ai microfoni di Radio Crc. Ecco le sue dichiarazioni:

Sull'inchiesta che coinvolge il Napoli: "Ho convocato Pecoraro per essere aggiornato. Dallo scorso febbraio abbiamo fatto 34 audizioni dalla Federcalcio, alle Leghe ai presidenti delle società sportive e il quadro che ne esce è abbastanza allarmante. Stiamo facendo le ultime rifiniture sulle proposte normative che vorremmo far approvare entro l’anno per evitare che si verifichino vicende come quelle della Juventus. Sulla questione Napoli abbiamo sentito De Laurentiis, Formisano e anche la Procura di Napoli che ha dato atto alla società di non aver mai ceduto a pressioni esterne sul tema dei biglietti. Che ci siano state frequentazioni da parte di alcuni calciatori è agli atti come accadde con Lavezzi e questo pone il tema di come limitare queste frequentazioni. Il Napoli tra l’altro ha affisso un decalogo sulle porte degli spogliatoi sul comportamento da assumere dai calciatori perché per i giovani e a volte stranieri è difficile distinguere il tifoso buono da quello criminale. Mi risulterebbe nuovo invece un coinvolgimento della società calcio Napoli e per questo il tema lo approfondiremo perbene".

L'ipotesi: "La Procura ha escluso ogni cedimento da parte della società, poi ci sono dichiarazioni a verbale di De Laurentiis e Formisano per cui non mi meraviglierei che siano stati i calciatori protagonisti con la società allo scuro di tutto".

Su cosa rischia il Napoli:"Se fosse stata violata la norma, ci sarebbe il deferimento come è accaduto ad Agnelli ed il procedimento davanti al tribunale sportivo. In astratto è possibile punire con la penalizzazione, ma c’è un precedente: la vicenda Juventus in cui è la stessa procura ad aver chiesto l’inibizione e non la penalizzazione”.