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Angolo del Tifoso – Maurizio Sarri, forse non era "uno di noi"

Angolo del Tifoso – Maurizio Sarri, forse non era "uno di noi"

L'angolo del tifoso | Lettera aperta a Maurizio Sarri dopo la decisione di allenare i rivali bianconeri di sempre: la Juventus

Redazione

Angolo del Tifoso | Maurizio Sarri, forse non era "uno di noi"

Dopo tutte le parole spese per Sarri recentemente, da più parti, e per le considerazioni che la sua scelta professionale ha suscitato nell’opinione pubblica, credo sia opportuno fare delle precisazioni che possano aiutare a dare una plausibile spiegazione, e quindi un senso, anche alle rancorose reazioni suscitate nella gran parte del popolo napoletano.

A questo scopo occorre quindi chiarire una circostanza fondamentale, ovvero capire cosa è rappresentato quest’uomo per i napoletani negli anni della sua permanenza nella loro città. Per tre anni i tifosi napoletani hanno avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare, seppure in maniera diversa, due Sarri; da un lato la figura del bravo allenatore e dall’altra quella di un uomo sincero, trasparente, e soprattutto libero di pensiero.

Il Sarri allenatore, attraverso successi sportivi ottenuti con una identità di gioco unica e di bellezza assoluta, ha regalato soddisfazioni enormi, riaccendendo sogni ormai assopiti; un gioco apprezzato in tutto il mondo e che ha entusiasmato persino coloro che non erano tifosi o simpatizzanti per la squadra del Napoli. Attraverso questo gioco il Napoli ha persino migliorato quel rating europeo che era riuscito a conquistare già prima grazie al lavoro svolto da altri allenatori altrettanto bravi. L’allenatore Sarri ha dato continuità al percorso di crescita della squadra, conferendole però una connotazione di bellezza e di armonia che sono per l’appunto il sigillo del suo particolare modo di concepire il calcio, inteso come espressione di divertimento e non solo di mero agonismo. Per tutto questo i tifosi del Napoli gli sono molto grati, e lo saranno per sempre, così come per sempre rimarrà impresso nella mente di tutti il ricordo di ogni momento bello ed esaltante che la sua squadra ha regalato.

Le considerazioni fin qui esposte fanno parte del Sarri professionista, quindi di un allenatore che proprio per quanto ha saputo costruire con il suo egregio lavoro ha tutto il diritto di coltivare e realizzare sogni di ulteriore crescita professionale ed economica. Ma i napoletani hanno apprezzato soprattutto l’uomo Sarri, perché il suo modo di essere è apparso molto simile e vicino alla gente di Napoli; egli ha saputo cogliere e comprendere le situazioni di disagio fisico e morale in cui versa la città. In un contesto privo di reali visioni di sviluppo ha capito quali valori extracalcistici potevano assumere i risultati della squadra di calcio. Con la sua sfrontatezza, a volte anche fuori dagli schemi, egli ha saputo dare voce al malessere e ai bisogni di rivendicazione di un popolo che, inoltre, e da tempo, subisce ogni sorta di mortificazione dovunque gioca (o non gioca) il Napoli, senza sortire qualsivoglia reazioni da parte delle istituzioni; a tale proposito ha saputo anche reagire in maniera forte per difendere una dignità maltrattata oltre ogni accettabile forma di discriminazione territoriale. L’uomo Sarri è stato quindi visto come un moderno Masaniello, il quale, con il suo modo di essere, e il suo calcio, ha tentato di scardinare il sistema dei grandi poteri calcistici ed abbattere la inspiegabile avversità che esiste da parte della stragrande maggioranza degli italiani nei confronti di Napoli e dei napoletani.

In un certo qual modo si può anche asserire che con questo uomo alla guida il cammino del Napoli ha assunto il significato inconscio di una crociata sociale di cui Sarri non a caso è stato considerato il degno “Comandante”.

Quest’ultimo aspetto è dunque la parte di Sarri che è stata maggiormente apprezzata dai tifosi e da tutti i napoletani; ed è per questo che egli è stato considerato dai tifosi napoletani “Uno Di Noi”.

Consapevoli che ogni allenatore, sebbene bravo, non dura oltre un certo limite di tempo, e che ognuno di essi può essere sostituito anche da altri ancora più bravi ed esperti, il vero valore aggiunto che si è attribuito a Sarri è stato quindi il senso di comunanza e di complicità che garantiva, e questo valore lo ha reso unico e insostituibile agli occhi di tutti i napoletani. La disamina fatta ha pertanto evidenziato da dove sia sorto il particolare rapporto che si era instaurato tra il pubblico di Napoli e l’uomo Sarri, tra la gente tutta e una persona che si era fatta apprezzare soprattutto perché nei fatti aveva dimostrato di essere anche lui un napoletano, e quindi “uno di loro”.

Posto quanto sopra evidenziato risulterebbe facile immaginare come una mente non influenzata da preconcetti negativi possa comprendere, e magari anche condividere, il malcontento procurato ai napoletani dall’ultima scelta di Sarri. Tale reazione emotiva non è rivolta all’allenatore, bensì all’uomo. Così facendo, egli ha messo in discussione l’immagine che si era creata di lui, rinnegando se stesso. Ancora più grave, invece, sarebbe accorgersi che si era erroneamente idealizzato qualcosa che in realtà non esisteva o che era solo frutto di una recita.

In ogni caso la tristezza si accompagna alla considerazione finale che in realtà egli “forse non era veramente uno di noi” ma come tanti altri che dopo aver preso il meglio, compreso il nostro mal riposto affetto, hanno scelto di lasciarci andando proprio dal nostro maggior nemico.

Adesso occorre voltare pagina e guardare avanti, mentre nei confronti di Sarri allenatore occorrerà riservare riconoscenza per i risultati ottenuti con il Napoli e nessun augurio per quelli futuri con la sua nuova squadra.

All’uomo Sarri dovremmo presentare invece le nostre scuse per avergli impropriamente conferito un ruolo con contenuti morali e sociali forse mai coscientemente assunto, o forse solo da lui interpretato per convenienza. Con tutte le sue delusioni la vita continua e il nostro futuro sarà comunque azzurro, e non a strisce come quello di altri, e adesso anche suo.

Buona vita ex Comandante.

Mimmo Cipolletta

Redazione