L'edizione odierna del Corriere dello Sport analizza la possibilità di un passaggio dal 4-4-2 al 4-3-3 da parte di Ancelotti per il suo Napoli. C’è stato un momento, appena quindici giorni fa, in cui il Napoli pareva fosse uscito, quasi definitivamente, dal dibattito ideologico, e il 4-3-3, quella che sembra la sua natura più luccicante. Il 4-4-2 è il marchio di fabbrica del tecnico da sempre, solo che stavolta l’ha modernizzato, attraverso uno sviluppo diverso della manovra, l’esaltazione dell’esterno basso (in genere di sinistra), l’irruzione in mezzo al campo dei due laterali offensivi, il movimento tra le linee. Ma quando il pallone sbatte contro un bunker (con il Cagliari) o all’improvviso si sgonfia (con il Brescia) o si inchioda ai pali (a Genk) e la palude sembra stia per inghiottire l’Idea, riecco la tentazione di ributtarsi tra le braccia del tridente, avendo Lozano e Younes, Insigne e Mertens (eventualmente anche da centravanti) e Callejon che poi sa fare varie cose ancora. Il vuoto, semmai, sta nel cuore del centrocampo, in quella terra che è appartenuta a Jorginho, che sarebbe stata di Diawara, che andrebbe consegnata ad un centrocampista lungimirante, geometrico, illuminante, geniale o anche monotematico in certi usi del proprio linguaggio: un play, senza scomodare Pirlo, che detti i tempi, funga da guida, ispiri e fronteggi.
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Ancelotti, tentazione tridente: gli uomini non mancano per passare al 4-3-3 – CdS
Il Corriere dello Sport analizza la possibilità di un passaggio al 4-3-3 da parte di Anceltti
Redazione
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